polarizzare
polariżżare v. tr. [dal fr. polariser, der. di pole «polo1», inteso come «ciascuno dei due punti estremi e simmetrici»]. – 1. In fisica, provocare (e, nell’intr. pron., polarizzarsi, subire) la nascita di una polarità, l’insorgere di fenomeni di polarizzazione: p. un raggio luminoso; gli elettrodi di una pila si sono polarizzati; p. la griglia di un tubo termoelettronico. 2. fig. Volgere, orientare, attirare verso una determinata direzione: vuole p. su di sé l’attenzione generale; ha polarizzato tutta la sua attività verso quell’unico scopo. Nel rifl., polarizzarsi, rivolgersi verso un determinato punto; in partic., orientarsi verso un determinato movimento politico, ideologico e sim. ◆ Part. pres. polariżżante, anche come agg., che conferisce polarità o che provoca polarizzazione: campo elettrico polarizzante; apparecchi polarizzanti. ◆ Part. pass. e agg. polariżżato, che è dotato di polarità o che ha subìto la polarizzazione: dielettrico polarizzato, luce polarizzata. In elettrotecnica, è qualifica che si dà a dispositivi e apparecchi atti a essere percorsi da corrente di determinata polarità: innesti (in genere prese o spine) polarizzati, quelli che, per la particolare costruzione, realizzano un collegamento tra due apparecchi in modo per così dire obbligato, nel senso che ogni contatto di essi ha una polarità ben definita (per es., in una coppia spina-presa bipolare, un certo contatto è sempre a terra, l’altro no); amperometri (o voltmetri) polarizzati, quelli per sola corrente continua, in cui il verso della corrente è obbligato, in quanto uno dei due morsetti deve sempre risultare a potenziale maggiore dell’altro (deve cioè avere polarità positiva).