polarizzazione
polariżżazióne s. f. [der. di polarizzare]. – 1. Nel linguaggio scient., in partic. in fisica, ogni processo in seguito al quale si manifesta una concentrazione di effetti, forze, ecc., verso particolari punti (detti poli), per lo più di due nature contrapposte, tipico di fenomeni elettrici o magnetici; per estens., qualunque processo in seguito al quale un corpo o un sistema di corpi presenta una polarità, ossia una proprietà che individua una orientazione privilegiata; lo stesso termine, opportunamente specificato, indica anche la grandezza fisica che quantifica tale proprietà. In partic., con p. elettrica si indica genericamente il manifestarsi di cariche positive o negative (è quindi sinon. di elettrizzazione); più specificamente con p. elettrica (o dielettrica) si indica l’insieme dei fenomeni indotti in un dielettrico immerso in un campo elettrico, per i quali compaiono cariche superficiali e di volume (cariche di p.), a causa dell’orientamento dei momenti di dipolo elettrico proprî delle molecole del dielettrico (p. per orientamento) o anche per l’insorgere di cariche dipolari dovute alla deformazione degli atomi o delle molecole (p. per deformazione): l’insieme di questi effetti può essere descritto da un unico vettore, detto intensità di p. (o semplicemente polarizzazione), che modifica il campo elettrico dovuto alle cariche libere (v. induzione, n. 3 a); p. elettrolitica, l’insorgere di forze elettromotrici (dette appunto di polarizzazione) in una soluzione elettrolitica percorsa da corrente; p. magnetica, sinon. di magnetizzazione nei suoi varî usi; p. residua, sinon. di magnetizzazione residua; in elettronica, si indica con polarizzazione di un dispositivo elettronico (un tubo elettronico, una giunzione a semiconduttori, un transistor, ecc.) l’insieme dei collegamenti esterni atti a mantenere le tensioni dei varî elettrodi ai valori richiesti da un determinato modo di funzionamento del dispositivo; corrente di p., lo stesso che corrente di bias (v. bias); p. della luce, proprietà che presenta la luce quando il campo elettrico (e quindi anche il campo magnetico) che la costituisce oscilla in un piano determinato, detto piano di p.: si parla di p. lineare o rettilinea se il piano in questione rimane fisso, di p. circolare se il campo elettrico ruota intorno alla direzione di propagazione mantenendo un’ampiezza costante, e di p. ellittica nel caso, intermedio tra i due precedenti, in cui l’ampiezza del campo elettrico, durante la rotazione del piano di oscillazione, assume un valore massimo in una certa direzione e minimo nella direzione ortogonale; i processi che danno luogo a tale proprietà sono molteplici e possono provocare una p. completa o totale della radiazione o una sua p. parziale (si parla quindi anche di grado di p., con riferimento all’intensità percentuale della radiazione che risulta polarizzata rispetto all’intensità totale della radiazione); p. per riflessione, quella che si verifica quando la radiazione luminosa viene riflessa dalla superficie di un materiale dielettrico, e che raggiunge un valore massimo quando la riflessione avviene sotto un certo angolo dipendente dall’indice di rifrazione del materiale (ragion per cui la luce riflessa, per es., dall’acqua è, almeno parzialmente, polarizzata); p. per diffusione, quella che si verifica allorché la luce investe un mezzo diffusore (per es. l’aria), e ne viene diffusa con un grado di polarizzazione diverso nelle diverse direzioni (e massimo nella direzione perpendicolare rispetto alla direzione di incidenza); p. per birifrangenza, quella che caratterizza la luce rifratta all’interno di un cristallo birifrangente (v. birifrangenza). In fisica delle particelle si parla di polarizzazione di un fascio di particelle quando esiste una direzione lungo la quale risultano preferenzialmente orientati gli spin delle particelle stesse, distinguendo tra p. trasversale o longitudinale a seconda che questa direzione sia ortogonale oppure parallela alla direzione di moto del fascio. 2. In biologia, il manifestarsi di polarità in un organismo; p. dinamica, l’instaurarsi di una polarità fisiologica in una cellula, anche senza differenziazioni morfologiche fra i due poli (l’ipotesi della polarizzazione dinamica del neurone ammette che lo stimolo nervoso decorra in senso centripeto lungo i dendriti, in senso centrifugo lungo il cilindrasse). 3. In senso fig.: a. letter. Contrapposizione, antitesi, marcata diversità: stavo ravvisando nelle due sorelle un esempio di quella divergenza e p. che spesso si osserva nelle coppie (P. Levi). b. L’attirare, il far convergere in una determinata direzione: la p. dell’interesse generale. c. Nel linguaggio polit., marcata tendenza dell’elettorato a concentrare i suffragi su due partiti o gruppi di partiti tra loro contrapposti.