polarolo
agg. (iron.) Del Polo delle Libertà. ◆ «Il ministero della Salute non sarà più il ministero spot e propaganda come in passato». Detto fatto, [Livia Turco] ribalta linea del governo polarolo e, sia pure «rispettando le indicazioni della legge sull’aborto e senza alcuna sperimentazione selvaggia», apre alla pillola abortiva Ru486. (Gian Antonio Stella, Corriere della sera, 8 agosto 2006, p. 1, Prima pagina) • quelli che oggi sommergono di insulti l’ex segretario dell’Udc [Marco Follini] non sono gli stessi che mesi fa lodavano la nobile e tormentata decisione di Sergio De Gregorio di piantare in asso la sinistra che l’aveva eletto? E quelli che ieri marchiavano d’infamia il senatore dipietrista reo di aver tradito per fare il presidente della Commissione Difesa coi voti polaroli non sono gli stessi che oggi plaudono alla meditata e sofferta rottura dell’«Harry Potter» neodemocristiano? (Gian Antonio Stella, Corriere della sera, 25 febbraio 2007, p. 1, Prima pagina).
Derivato dal nome proprio Polo (della Libertà) con l’aggiunta del suffisso -arolo.
Già attestato nel Corriere della sera del 1° giugno 2001, p. 7 (Gian Antonio Stella).