poliaddizione
poliaddizióne s. f. [comp. di poli- e addizione]. – In chimica, la reazione (detta anche polimerizzazione per addizione) per cui più molecole di uno stesso composto organico (monomero) con doppî legami, a basso peso molecolare, si uniscono in maniera additiva, cioè senza eliminazione di prodotti secondarî, per formare molecole plurime (polimeri) aventi la stessa composizione centesimale e peso molecolare multiplo del monomero. La poliaddizione può avvenire anche tra monomeri di due o più specie diverse, nel qual caso il polimero che si forma (copolimero) avrà, ovviamente, una composizione centesimale intermedia tra quelle dei monomeri di partenza. Nella p. a catena o radicalica il doppio legame del monomero viene prima attivato da radicali liberi formati da particolari sostanze (per es., perossidi organici): il prodotto formato dall’addizione del monomero e del radicale è a sua volta un radicale che può unirsi a una nuova molecola di monomero, e così via, secondo una reazione a catena, fino a quando, per combinazione tra loro di due radicali o con altro meccanismo, si verifichi l’interruzione della catena stessa. Analogo meccanismo si ha nella p. ionica, in cui il doppio legame del monomero viene attivato da un iniziatore ionico, negativo o positivo (per cui si parla di p. cationica e di p. anionica), mentre nella p. stereospecifica o coordinativa un particolare catalizzatore coordina le molecole del monomero orientandole in modo che l’addizione avvenga secondo una determinata configurazione sterica. La polimerizzazione per addizione di un monomero può eseguirsi in fase gassosa, come, per es., quella dell’etilene che, a pressioni elevate e temperature tra i 150 e i 250 °C dà i varî tipi di polietilene; per i monomeri allo stato liquido si ha la p. in massa o in blocco (usata spec. per i composti vinilici che si vogliano avere in grandi masse trasparenti), quando, terminato il processo, il liquido risulta trasformato in un’unica massa solida, la p. in dispersione (anche detta in granuli o in perle) quando il monomero viene disperso in un liquido, con esso non miscibile, nel quale polimerizza in granuli (particolarm. usata per preparare resine da stampaggio), e la p. in emulsione quando il monomero viene finemente disperso in acqua con l’aggiunta di sostanze disperdenti ed emulsionanti, con la quale si ottengono prodotti in forma di latice, usati tal quali o sottoposti a coagulazione; infine, quando il monomero può sciogliersi in un solvente si ha la p. in soluzione.