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polietilène

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polietilene


polietilène s. m. [comp. di poli- e etilene]. – In chimica organica, prodotto di polimerizzazione dell’etilene costituito da catene del tipo (−CH2−CH2−) che, a seconda del grado di polimerizzazione e delle condizioni (pressione, temperatura, catalizzatori) in cui essa è avvenuta, si presenta sotto forma di un liquido più o meno viscoso o di massa cerosa più o meno dura e cristallina. Operando a pressioni e temperature molto alte, in presenza (come catalizzatori) di radicali liberi, si ottiene un polimero dalle molecole ramificate (e che pertanto non possono avvicinarsi molto), detto p. a bassa densità, mentre operando a temperature e pressioni basse, in presenza di ossidi metallici o composti metallorganici, si ha un prodotto più denso (p. ad alta densità), costituito da un polimero dalle molecole prevalentemente lineari o poco ramificate, che tendono a disporsi parallelamente le une alle altre, in alcuni tratti così regolarmente da dare origine a zone quasi cristalline (cristalliti) che si alternano a zone amorfe: tale polimero ha caratteristiche fisiche e meccaniche (brillantezza, durezza, temperatura di rammollimento, inerzia chimica, ecc.) migliori del precedente ma minore impermeabilità a gas e vapori e minore trasparenza. Usato all’inizio del sec. 20° solo per avvolgere cavi elettrici, il polietilene è, fra le materie plastiche, quella che ha raggiunto attualmente la più elevata produzione per il continuo allargarsi del campo di utilizzazione e l’introduzione di nuovi processi di preparazione che hanno permesso di ottenerlo a condizioni sempre più vantaggiose fino a raggiungere, mediante polimerizzazione in fase gassosa, a basse temperature e pressioni, un prodotto a bassa densità ma con struttura simile a quella del prodotto ad alta pressione, cioè lineare, con poche e corte ramificazioni, che può sostituire il polietilene ad alta densità in alcuni suoi campi tipici di impiego, spec. in quello dei film sottili.

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