polo1
pòlo1 s. m. [dal lat. polus, gr. πόλος, propr. «asse, perno», affine a πέλομαι «muoversi, girare»]. – 1. In astronomia, ciascuno dei due punti d’intersezione dell’asse di rotazione di una stella o di un pianeta con la sua superficie: i p. terrestri o della Terra, i p. del Sole, i p. di Marte, ecc. Con riferimento alla Terra, p. nord o artico o boreale, quello rivolto verso la stella polare; p. sud o antartico o australe, l’altro; p. veri, i due punti d’incontro della superficie terrestre con l’asse istantaneo di rotazione della Terra; p. geografici, i due punti d’intersezione con la superficie terrestre dell’asse di simmetria dell’ellissoide di rotazione a cui si suole assimilare la Terra. Poli della sfera celeste, genericam., sono i punti equidistanti dal cerchio massimo che costituisce il piano fondamentale di un dato sistema di coordinate celesti. P. celesti, i due punti in cui l’asse di rotazione della Terra incontra la sfera celeste e intorno ai quali si compie il moto apparente della volta celeste: dei due è detto nord o boreale o settentrionale quello da cui il senso di rotazione della Terra appare antiorario, sud o australe o meridionale quello da cui la rotazione appare oraria. P. celeste elevato, in astronomia nautica, è il polo dell’osservatore ed è quindi situato, nella sfera celeste, sopra l’orizzonte astronomico e la sua altezza (espressa in gradi sessagesimali) corrisponde al valore della latitudine dell’osservatore; è elemento fondamentale per la risoluzione dei problemi di navigazione astronomica in quanto vertice (angolo al p.) del triangolo di posizione che, all’istante dell’osservazione astronomica, lega le coordinate dell’astro con la posizione dell’osservatore. Migrazione dei p., in geofisica, spostamento periodico dei poli veri sulla superficie terrestre (v. polodia), dovuto al movimento approssimativamente conico compiuto dall’asse di rotazione del globo terrestre attorno all’asse polare d’inerzia (dal quale, peraltro, differisce di pochissimo), che determina una variazione periodica delle latitudini di tutte le località della superficie terrestre. P. magnetico terrestre o p. geomagnetico, ognuno dei due punti della superficie terrestre dove il campo magnetico terrestre è verticale, dove cioè l’inclinazione magnetica è 90°, verso il basso nel p. magnetico nord (nella zona del polo nord geografico) e verso l’alto nel p. magnetico sud; i poli magnetici non coincidono con i poli geografici, non sono diametralmente opposti, e la loro posizione è soggetta a variare irregolarmente nel tempo, sia pure di non molto e piuttosto lentamente, mantenendosi sempre nelle zone artica e antartica: nel 1997 le coordinate del polo nord magnetico erano circa 79° N, 106° W e quelle del polo sud erano circa 64° N, 138° E. 2. estens. a. La regione polare (nord o sud), le terre polari: fare una spedizione al p.; esplorazione del p. artico, del p. antartico. Con uso fig. e iperb.: da un p. all’altro, dall’uno all’altro p., per indicare luoghi o punti assai distanti tra loro, o per significare in ogni parte del mondo: bacio questi sassi e queste zolle, Che fien lodate e chiare eternamente Dall’uno all’altro p. (Leopardi); stare, abitare al p. nord, in luogo lontanissimo, difficile o scomodo da raggiungere. b. poet. Regione della Terra, o più in partic. emisfero: i Gemelli a tergo Lasciando scalda Febo il nostro p. (Bembo); oppure cielo, emisfero o volta celeste: Tutte le stelle già de l’altro polo Vedea la notte (Dante); meno com., cielo in senso più astratto: Allobrogo feroce, a cui dal polo Maschia virtù, non già da questa mia Stanca ed arida terra, Venne nel petto (Leopardi). c. fig. Nel linguaggio com., per lo più al plur., con riferimento a cose, concetti opposti, a posizioni o situazioni antitetiche: i p. del bene e del male; in fatto di idee politiche, io e lui siamo ai p. opposti. 3. Per analogia: a. Nei palloni aerostatici sferici, la zona circolare dell’involucro attorno all’estremità superiore del pallone. b. Polo del freddo, la località della Terra abitata dove si registrano le temperature invernali più basse (tale primato è stato per un certo tempo attribuito a Ojmjakon, piccolo centro della Siberia centro-orientale, in cui si registra una temperatura media di −52,8 °C in gennaio, ma si parla anche di altre località della Siberia; attualmente viene situato nell’Antartide). Analogam., il p. del caldo (individuato nella Death Valley, in California, e nell’Etiopia nord-orientale). c. Polo di un terremoto, lo stesso che epicentro del terremoto. d. In embriologia, p. animale, la regione dell’uovo che contiene il nucleo, poco tuorlo, e da cui vengono espulsi i globuli polari; p. vegetativo, opposto al precedente, la regione dell’uovo che contiene la maggior parte del tuorlo. 4. fig. Nel linguaggio giornalistico, p. politico, stato o altra istituzione politica che (per lo più contrapposti ad altro stato o altra forza politica) esercitino una forte attrazione su centri minori, per lo più gravitanti nella medesima orbita; con altro sign., il termine polo è usato a indicare un’alleanza o concentrazione di forze politiche dello stesso orientamento o che abbiano in comune alcuni principî fondamentali: il p. laico e progressista, il p. cattolico, ecc.; in partic., in Italia, dopo l’avvento del sistema politico maggioritario, ognuno dei due schieramenti politici che si contendono le posizioni di governo: il P. delle libertà (o anche, ellitticamente, il P.), coalizione di partiti di centro-destra nata alla fine degli anni ’90 del Novecento. Più genericam., nel linguaggio com., centro di attrazione e di guida: Roma è il p. della cristianità mondiale; Milano è il p. della moda italiana. Nel linguaggio econ., p. di sviluppo, perno territoriale (una determinata zona, geograficamente circoscritta, il cui sviluppo globale può spianare la via allo sviluppo totale di un paese) o settoriale (in genere l’industria, o meglio i rami dell’industria a più rapido tasso di espansione) o settori-guida, su cui si fa assegnamento per stimolare e mantenere lo sviluppo di tutta l’economia di un paese. Con riferimento a determinate attività, centro di aggregazione e di convergenza, e più esplicitamente (con evidente influenza dell’ingl. pool, solo apparentemente affine a polo), consorzio, coalizione d’imprese: p. industriale, p. alimentare; p. chimico; il p. siderurgico nazionale; il p. italiano delle telecomunicazioni; p. scolastico, organismo scolastico che riunisce in sé diversi istituti. 5. In matematica e nelle sue applicazioni, il termine indica genericamente un punto che gode di particolari proprietà in relazione a un dato ente o problema (e, analogamente, il punto corrispondente a una retta in una sua polarità: v. polare, n. 2); per es., in geometria analitica è detto polo l’origine delle coordinate polari; nella teoria delle funzioni, si dice che una funzione analitica di una variabile x ha un polo in xo quando il limite del modulo della funzione per x che tende a xo è infinito. 6. In fisica: p. magnetico, ciascuna delle due estremità di una sbarretta magnetizzata o di un magnete o di un elettromagnete, presso le quali sono massimi gli effetti del campo magnetico; i due poli di uno stesso magnete risultano essere sempre di due nature opposte nelle interazioni con un ulteriore campo magnetico esterno, per es. quello terrestre: rispetto a questo viene definito p. nord quello che in una calamita libera di orientarsi è diretto verso il polo geografico nord e p. sud l’altro polo. Si chiama genericam. p. elettrico la zona, più o meno piccola, di un corpo in cui sono concentrate cariche elettriche di dato segno (p. di una macchina elettrostatica), o il conduttore da cui escono o entrano cariche elettriche (p. di una pila); p. positivo, p. negativo, rispettivam. quello a potenziale più alto e più basso (nelle celle elettrolitiche, p. positivo è sinon. di anodo, e p. negativo è lo stesso che catodo); nella piroelettricità, p. analogo e p. antilogo, le estremità di un cristallo piroelettrico, ove si manifestano le cariche elettriche. In partic., in elettrotecnica, p. induttore, polo di un magnete (solitamente di un elettromagnete) impiegato nelle macchine elettriche a induzione; oltre ai p. primarî, che definiscono il numero di fasi della macchina, possono essere impiegati p. ausiliarî, o di commutazione, detti anche interpoli, che facilitano la commutazione tra le varie fasi della macchina.