polverio
polverìo s. m. [der. di polvere]. – Polvere che si alza e si addensa nell’aria; s’intende per lo più quella della strada (mossa dal vento, dal passaggio di veicoli, di animali o di molte persone, ecc.), ma può essere anche di farina o d’altro: il vento soffiava a folate sollevando un noioso p.; i ragazzi si rincorrevano facendo un gran p.; un bianco p. [di farina] che per tutto si posa, per tutto si solleva, e tutto vela e annebbia (Manzoni). In usi estens., letter. o poet., massa di goccioline d’acqua che si disperdono nell’aria in spruzzi, o minutissimi fiocchi di neve, frantumi di ghiaccio, e fig. moltitudine di punti o riflessi luminosi nell’atmosfera, e sim.: le fontane con le loro girandole d’acqua, che si sollevano alte e candide in spume e polverii d’argento dal mezzo delle piazze (Fracchia); i cavalloni ... s’infrangevano sollevando un p. di spume (Cassola); cessata la neve, il vento ... molinava un p. di ghiaccioli (Buzzati); la piana ... sfumava nel buio e aveva un minuto p. di stelle ai margini (Jovine); il p. d’oro del sole sulla campagna.