ponte
pónte s. m. [lat. pōns pŏntis]. – 1. a. Manufatto di legno, di ferro, di muratura o di cemento armato che serve per assicurare la continuità del corpo stradale o ferroviario nell’attraversamento di un corso d’acqua, di un braccio di mare, o di un profondo avvallamento del terreno: p. stradale, ferroviario, pedonale; p. fluviale, marittimo; p. sospeso (v. sospeso, n. 1 c); p. mobile; p. girevole; p. a tiranti, quello il cui piano stradale è sorretto da una moltitudine di cavi autoportanti, di dimensioni minori di quelle del ponte sospeso, ancorati direttamente al piano del ponte, sia davanti sia dietro ai piloni; p. a travata, a telaio, ad arco; p. a due, a tre arcate, o luci; le testate del p.; le spalle del p., le due parti fondate sulle rive; le pile del p., gli appoggi intermedî, a volte provvisti di aperture per agevolare il deflusso delle acque di piena; rostri del p., elementi posti alla base delle pile, costruiti in modo da tagliare la corrente e ridurne i vortici; i parapetti del p.; p. provvisorio; p. di barche, di chiatte, di zattere, allestiti provvisoriamente, soprattutto in periodo bellico, per consentire qualche operazione, ma anche in tempi normali, in particolari situazioni di necessità; p. canale o p.-canale (anche pontecanale), opera destinata all’attraversamento di un corso d’acqua, di una strada o di un vallone da parte di una condotta (anche forzata): differisce da un ponte propriamente detto per le sole sovrastrutture, conformate in modo da contenere e convogliare l’acqua di un canale in luogo del traffico stradale; p. di liane, passerella sospesa costruita con fibre vegetali soprattutto nelle regioni forestali della fascia intertropicale; p. metallico scomponibile (o p. Bailey), costituito da elementi metallici da unirsi mediante imbullonamento e poggianti su piloni e spalle fisse; p. levatoio, ponte di legno, adoperato soprattutto nelle fortificazioni medievali, rotante intorno a un perno orizzontale, in modo da poter essere abbassato o sollevato per consentire o impedire il passaggio; testa di p., con varî sign. (v. testa1, n. 5 e). P. militari, dispositivi, generalm. metallici, atti a superare ostacoli e a consentire la continuità di operazioni belliche, usati anche in situazioni di emergenza civile; in partic.: p. d’assalto, di tipo meccanizzato ossia portato e messo in opera da mezzi a ruote o cingolati, che, in un’unica campata, sono in grado di superare ostacoli fino a 30 metri; p. da interruzione, tipo Bailey, in grado di superare ostacoli fino a 90 metri mediante il gittamento di più campate poggianti su piloni scomponibili; p. (stradale) galleggiante, per l’attraversamento di corsi d’acqua larghi anche oltre 30o metri ovvero per l’integrazione di ponti inutilizzabili della rete viaria civile, adeguatamente sostenuto da barche da ponte, che possono essere costituite da grossi galleggianti pneumatici di tessuto gommato oppure da elementi metallici galleggianti (specie di pontoni in lega di alluminio o acciaio). Determinando: i p. sulla Senna, sul Tamigi, sul Po, sull’Arno, sul Tevere; i p. di Parigi, di Venezia, di Pisa; nella toponomastica urbana, dove i ponti sono spesso elemento di grande importanza non soltanto funzionale ma anche monumentale e storica: P. Milvio, P. Sublicio, P. Sant’Angelo, P. Sisto, a Roma; P. Vecchio, P. delle Grazie, P. di Santa Trìnita, a Firenze; P. di Rialto, P. dei Sospiri, a Venezia; P. di Waterloo, a Londra; P. di Brooklyn, a New York, ecc.; il termine compare anche in numerosi toponimi che hanno preso il nome da un ponte: Ponte di Legno, Pontassieve, Pontedera e sim. P. del diavolo, nome dato in varie località a ponti antichi che, per la loro arditezza o per altri motivi, sono stati creduti nella fantasia popolare opere del diavolo. b. Fraseologia: fare, gettare un p., costruirlo, in forma stabile o provvisoria; ideare, progettare, fondare un p.; passare, attraversare il p.; a capo del p., al principio di esso; far saltare un p., con una carica di esplosivo. Locuzioni fig. e modi proverbiali: tagliare, bruciare i p. con qualcuno, interrompere bruscamente i rapporti, troncare ogni possibilità di accordo o trattativa; bruciare i p. dietro di sé, precludersi ogni possibilità di ritorno a una situazione precedente; nell’uso ant.: rimanere, stare in p., essere in dubbio, non sapersi risolvere; tenere in p. qualcuno, tenere nell’incertezza, nel dubbio: La prese larga, te li tenne in p. (Giusti); tenere in p. qualcosa, tenerla sospesa, lasciarla indecisa: l’astuzia di mia madre ... ha tenuta la cosa in p. più settimane (Machiavelli); ne è passata d’acqua sotto i p.!, è trascorso tanto tempo da allora; l’acqua cheta rovina i p. (v. acqua, n. 8); a nemico che fugge ponti d’oro, è meglio agevolare la fuga dell’avversario che si ritira; fare ponti d’oro a qualcuno, offrirgli, procurargli grandi vantaggi; gettare un p., tentare, realizzare un approccio, un contatto. Per il p. dell’asino, v. asino, n. 3 c. 2. Per analogia: a. Qualsiasi struttura o mezzo, anche assai semplice e primitivo, che abbia funzioni simili a quelle dei ponti e consenta l’attraversamento di un luogo: un p. di assi, di tavole, di tronchi d’albero. P. di neve, strato di neve ghiacciata a volta, che unisce i due bordi di un crepaccio, o torrente o sim., e che, se ha una buona consistenza, ne permette il passaggio. b. In geologia, p. naturali, arcate di roccia che sovrastano in genere corsi d’acqua fluenti o disseccati e che si sono originate per l’azione erosiva o dilavante delle acque stesse su rocce di diversa resistenza; anche, arcate originatesi per il franamento della volta di una caverna, frequenti in regioni calcaree. P. continentali, ipotetici collegamenti, emersi e successivamente sprofondati, fra le masse continentali, che spiegherebbero certe diffusioni di faune terrestri. 3. Nelle costruzioni edilizie, p. di servizio (o di fabbrica), ma anche semplicem. ponte, costruzione provvisoria, in passato interamente di legno, ora con elementi portanti di tubo metallico, che serve per il sostegno degli operai e per il trasporto dei materiali da costruzione di un edificio; più propriam., l’insieme di tavolati praticabili (impalcati) sui quali gli operai camminano a ciascun ripiano, e che nel loro complesso costituiscono il ponteggio o impalcatura. 4. a. Nei teatri di posa (talvolta anche negli esterni), ponte-luce (o, assol., ponte), il praticabile sul quale sono posti gli apparecchi d’illuminazione per gli interni. b. Nella scenotecnica: p. trasversale, altro nome della passerella; p. di bocca d’opera, la passerella posta vicino all’arco scenico. 5. Nelle costruzioni navali, ogni struttura che divide, o copre, orizzontalmente un galleggiante nelle sue varie parti (scafo propriamente detto e sovrastrutture): p. di coperta; p. di passeggiata; il primo, il secondo p.; p. di prima, di seconda classe; p. di volo, nelle navi portaeromobili; un vascello a tre p. (anche, ellitticamente, un tre ponti); salire sul p., s’intende per lo più in coperta. Con accezione più partic., p. di comando, sovrastruttura parziale (detta anche plancia), elevata al di sopra delle altre, situata generalmente verso prua, da dove il comandante della nave dirige la navigazione avendo visuale libera in ogni direzione e disponendo degli organi di governo e di guida, di comando alle macchine, di segnalazione. Per p. delle paratie, v. paratia, n. 1; per p. di stazza, v. stazza, n. 2. 6. Ponte (o stadera) a bilico: tipo di stadera (v.), di portata fino a decine di tonnellate, situata a livello della strada, per pesare veicoli e carri ferroviarî al fine di controllarne il carico. 7. Gru a p. o carroponte: tipo di gru (v. carroponte, n. 1). 8. Negli autoveicoli, termine di uso corrente (anche p. motore) per intendere gli assali motori sia anteriore (p. anteriore) sia posteriore (p. posteriore), di tipo rigido e con trasmissione interna. 9. In orologeria, sostegno degli alberi nei rotismi degli orologi. 10. In odontoiatria, p. (o protesi a p.), particolare tipo di protesi fissa che è realizzato per sostituire uno o più denti mancanti, quando non è possibile applicare direttamente i denti artificiali alle radici dei denti caduti: è costituito da una struttura (d’acciaio, d’oro, di porcellana o di resina sintetica), che di solito, a scopo estetico, ripete la forma dei denti mancanti, e che poggia su pilastri costituiti sia da denti sani, sia da radici. 11. a. In anatomia, ponte di Varolio (o protuberanza anulare), la porzione ventrale del metencefalo dei mammiferi, a forma di rilievo trasversale costituito di sostanza bianca, che si connette in avanti con la massa cerebrale mediante due cordoni, i peduncoli cerebrali, e di lato con i due emisferi del cervelletto, per mezzo dei peduncoli cerebellari medî; in esso hanno sede importanti centri nervosi e vie che presiedono alla coordinazione dei movimenti oculari. b. In zoologia, la porzione della corazza delle tartarughe che collega il carapace al piastrone. 12. Figura o disposizione che ricordi vagamente la forma d’un ponte, arcuata e con uno spazio sottostante; far ponte, o fare il p., assumere o far assumere a qualche cosa tale figura. In partic.: a. Esercizio di ginnastica che si esegue piegando il corpo all’indietro fino ad appoggiare il palmo delle mani e la testa a terra. Nella lotta, posizione difensiva che si assume per non toccare il tappeto con le spalle: consiste nel mantenere il corpo inarcato, appoggiandosi da una parte sulle piante dei piedi, dall’altra sulla fronte. P. schiacciato, il colpo che il lottatore esegue per costringere al tappeto l’avversario che abbia assunto la posizione di ponte. b. Nel gioco del biliardo, tipo di appoggio fatto alla stecca con la mano sinistra tenuta alquanto arcuata sul tavolo da gioco. 13. Usi fig., nei quali la parola ha in genere il sign. di mezzo di passaggio da un punto a un altro, collegamento, e sim.: a. In geografia, centro di p. (o di guado), centro sorto in prossimità di un punto nel quale è facile il passaggio di un fiume. b. P. aereo, collegamento aereo tra due o più basi militari o di altra natura tra le quali, essendovi interposti territorî nemici o non essendo possibile alcuna comunicazione terrestre, ci si serve dell’aereo per rifornirle del necessario. c. In radiotecnica, p. radio, sistema di comunicazione tra due punti della superficie terrestre, stabilito per mezzo di radioonde, caratterizzato dalla direttività del fascio di onde trasmesse. d. In elettrotecnica, in una maglia costituita da quattro (o più) rami, l’eventuale ulteriore collegamento tra due nodi non adiacenti; circuito a p., circuito in cui è inserito un ponte, utilizzato in molti dispositivi elettrici, in partic. in dispositivi per la misurazione di grandezze elettriche (capacità, induttanza, resistenza) detti p. di misura: p. di Wheatstone, p. di Kirchhoff, p. doppio di Thompson, p. di Maxwell, p. di Schering, ecc., dal nome degli inventori e dei realizzatori; p. di raddrizzatori (o p. di Graetz), circuito raddrizzatore di corrente alternata a onda intera costituito da quattro diodi disposti in un circuito a ponte. e. In chimica, di atomo o raggruppamento atomico che funge da collegamento fra due molecole o parti di molecole: p. disolfuro, p. metilenico, p. (d’)ossigeno, p. (d’)idrogeno. f. In elettrochimica, p. salino, tubo contenente una soluzione, liquida o gelificata, di un elettrolita, che si pone fra l’anodo e il catodo di una cella elettrolitica, soprattutto allo scopo di ridurre i fenomeni di diffusione fra le soluzioni delle due semicelle (evitando così variazioni nei potenziali elettrodici). g. In musica, passaggio modulante che collega un tema a un altro in una composizione musicale, soprattutto in quelle in forma di sonata. 14. Periodo di più giorni di vacanza (da lavoro o dalla scuola) ottenuto inserendo tra due o più festività vicine ma non consecutive uno o più giorni feriali intermedî: un p. di tre, di quattro giorni; quest’anno il Natale cade di mercoledì e così avremo un p. di un’intera settimana; soprattutto usata la locuz. fare il p., fare un p., determinando i giorni estremi della vacanza o il numero dei giorni: venerdì non vado in ufficio e faccio il p. da giovedì, che è festa, a domenica; fare un p. di 3 giorni, di una settimana. 15. In funzione attributiva, sempre invar., in alcune locuz. del linguaggio politico e giornalistico: governo ponte, nei regimi di democrazia parlamentare, governo programmaticamente di breve durata, privo di solida base politica, che nasce talora da situazioni di confusione e lacerazione politica, proprio per favorire, attraverso un chiarimento del dibattito e dei rapporti tra i partiti, la ricostituzione di una solidale maggioranza governativa; legge ponte, provvedimento legislativo che disciplina alcuni aspetti parziali di una materia (per es., tecnici o finanziarî), emanato al fine di consentire il passaggio a una più ampia e organica legge di riforma; soluzione ponte, intesa temporanea, politica, sindacale o anche parlamentare e di governo, realizzata in attesa che si crei la condizione favorevole per un accordo definitivo. 16. Gioco del p.: a. Antica manifestazione popolare pisana che si svolge l’ultima domenica di giugno, concludendo il ciclo di festeggiamenti organizzati in occasione della festa di s. Ranieri (17 giugno), protettore di Pisa: consiste nella simulazione di una battaglia che culmina sul ponte di Mezzo dove due squadre di 50-60 uomini, rappresentanti i quartieri di Tramontana (quelli della parte destra dell’Arno) e di Mezzogiorno (sulla sinistra del fiume) si contendono il possesso del ponte cercando di spingere sulla sponda opposta un carrello su rotaie. b. non com. Gioco di carte; è traduz. inesatta dell’ingl. bridge, che è in questo caso una voce di origine levantina, senza alcun rapporto con la parola inglese che significa «ponte» (v. bridge2). ◆ Dim. ponticèllo, anche con sign. proprî (v. la voce); ponticino, ponte molto piccolo. TAV.