porcheria
porcherìa s. f. [der. di porco]. – 1. a. Roba o materia sudicia: cos’è questa p. sul tappeto?; anche di escrementi: quel cane fa le sue p. dappertutto; con valore collettivo, sporcizia: il pavimento è pieno di porcheria. b. Per estens., di cibo (o bevanda) disgustoso, pessimo di sapore e d’aspetto, mal preparato o che si teme possa far male: questa minestra, questo vino è una p.; non mettere in bocca quella p.! (a bambini); come puoi mangiare quelle p. che vendono sulle bancarelle? 2. In senso morale: a. Azione disonesta, sleale, immorale: questa p. non me l’aspettavo da lui; si sono scoperte molte p. in quell’amministrazione; e in genere, di cosa che provochi sdegno, indignazione: è una p. che le autorità non provvedano a sistemare queste strade; è una vera p. questo servizio pubblico. b. Pratica sessuale ritenuta illecita, sconveniente, atto osceno, spec. nell’espressione fare porcherie. c. Parola, espressione, frase scurrile, indecente, o, più genericam., frase allusiva a organi o a rapporti sessuali: non dire queste p. in presenza dei bambini!; quante p. mi tocca sentire!; dicevamo porcherie come si fa tra ragazzi (Pavese). 3. fig. Cosa fatta male, opera brutta, mal riuscita, scadente: in periferia hanno costruito delle case che sono vere p.; questo film è una p.; l’ultimo romanzo che ha scritto è davvero una p.; il tuo tema è una p. illeggibile. ◆ Dim. porcheriòla.