porcino
agg. e s. m. [lat. porcīnus, der. di porcus «porco»; non è nota la ragione dell’estensione del termine a nome del fungo, già presente in latino come (fungus) suillus]. – 1. agg. Di porco, di porci: carne p. (v. anche porcina s. f.); salsiccia p.; razze p.; che ha somiglianza col porco: occhi p., piccoli e tondi, inespressivi, in un viso grasso; sguardo p.; espressione p.; muso p., simile al grugno di un porco. 2. In zoologia, cervo p., ruminante, sinon. di ielafo. 3. In botanica: a. Pan porcino: v. panporcino. b. Come s. m. (o anche agg., fungo porcino), fungo della famiglia poliporacee (Boletus edulis), detto anche p. buono o comune, ceppatello, che cresce nei boschi di conifere e latifoglie: ha piede robusto e pieno, e il cappello del diametro da 5 a 25 cm, di colore da giallastro a bruno sulla pagina superiore, e bianco dapprima, poi giallo-verdognolo sull’inferiore; per la carne bianca, di odore e sapore gradevoli, è considerato uno dei migliori funghi mangerecci, che si presta anche a essere seccato o conservato sott’olio o sott’aceto. P. nero, specie molto simile alla precedente (Boletus aureus), con cappello quasi nero da giovane poi bruno scuro, che vive nei boschi di latifoglie o di latifoglie e conifere. P. malefico, specie velenosa (Boletus satanas), con cappello che può misurare fino a 20 cm di diametro, grigio biancastro con chiazze bruno-olivastre: si distingue dal porcino buono per la carne bianco-grigia con tonalità gialle che si colora in blu; a differenza degli altri boleti simili vive soltanto su suoli calcarei. 4. In mineralogia: a. Pietra p., calcare arenaceo compatto, di colore giallognolo, che si estrae in alcune località delle Marche e si usa come materiale da costruzione; è detto anche (come s. m.) porcino forte. b. Terra p., nome locale, nell’Italia centrale, di tufi incoerenti, terrosi.