portanza
s. f. [der. di portare]. – 1. In genere, capacità massima di carico. Nella tecnica delle costruzioni, p. di una struttura di fondazione, e in partic. p. di un palo o di una palificata di fondazione, è il massimo valore del carico (peso delle strutture sovrastanti) che il palo o la palificata è in grado di sopportare. 2. Nell’architettura navale, la reazione verticale, assoluta o relativa alla corrispondente resistenza al moto, di superfici piane o quasi piane che si muovono con piccola incidenza sulla superficie dell’acqua o che in essa sono immerse (dette idroplane). Analogam., in aerodinamica e in fluidodinamica, nel moto di un oggetto in un fluido, la componente verticale della reazione del fluido, considerata positiva quando dia luogo a una forza sostentatrice (in caso contrario si usa piuttosto il termine deportanza); con riferimento a un velivolo, la forza diretta verso l’alto che l’aria esercita sulle ali e sulla fusoliera permettendogli di sostenersi in volo: è proporzionale alla densità dell’aria, al quadrato della velocità (rispetto all’aereo) della corrente d’aria e alla superficie investita dalla corrente stessa, con un coefficiente di proporzionalità, detto coefficiente di p., dipendente dalla forma dell’ala e dall’angolo di incidenza della corrente d’aria; con sign. più specifico, p. statica di un aerostato, la forza sostentatrice statica del gas contenuto nell’involucro, data dal prodotto del volume dell’involucro per la p. statica specifica del gas sostentatore (pari alla differenza tra il peso specifico dell’aria e quello del gas, in determinate condizioni di pressione e di temperatura).