porto3
pòrto3 s. m. [lat. pŏrtus -us (della stessa radice di porta); propr. «passaggio, ingresso»]. – 1. Specchio d’acqua, per lo più marina, adiacente alla costa, più o meno ampio e protetto, di norma attrezzato con impianti fissi e mobili (dighe, moli, banchine, calate, bacini, darsene, magazzini, mezzi d’imbarco e scarico delle merci, cantieri, ecc.), dove le navi possono accedere con ogni tempo e sostare con sicurezza, sia per trovarvi riparo durante le tempeste e avere le riparazioni di cui possono avere bisogno, sia per compiervi le operazioni inerenti allo svolgimento dei traffici marittimi: un buon p., un p. sicuro, un p. infido; un p. ampio, stretto, angusto; le installazioni, le opere del p., o portuali (banchina, molo, calata, faro, fanali, ecc.); capitano di p., il comandante della capitaneria di p. (v. capitaneria, n. 2); sanità di p. o sanità marittima (v. sanità, n. 2); gli scaricatori, i facchini del p.; chiudere, sbarrare un p. (o, con più precisione, l’accesso a un p.); e con riferimento alle navi, alle imbarcazioni: entrare in p., uscire dal p. o lasciare il p.; essere, restare in p.; toccare un p., farvi scalo; ant. o letter., prendere, pigliare p. (o il p.), fare p. a (o in) un luogo, rifugiarvisi, far sosta in esso: si pigliò porto a un paese detto ‘Menaggio’ (Foscolo). Spese di porto, nel linguaggio comm., l’insieme degli oneri che si devono sostenere per l’approdo e la sosta di una nave in un porto. Stabilimento del p. (v. stabilimento, n. 5). Seguito dalla specificazione del nome della città in cui, o nei cui pressi, il porto si trova, indica il complesso dei bacini portuali di cui la città dispone: il p. di Napoli, di Genova, di Marsiglia, di New York. Per estens., la città stessa che ha un porto o di cui il porto è parte integrante: Taranto è un p. militare; Genova è uno dei più importanti p. del Mediterraneo; anche, il quartiere del porto: abitare al porto. Con sign. più ampio, p. franco, non solo la zona portuale ma tutta la città che gode della franchigia doganale, in cui cioè le merci estere possono liberamente entrare ed essere quindi consumate e manipolate o anche rispedite all’estero. Frequente, in senso fig., la locuz. porto di mare, per indicare luogo molto movimentato, dove c’è un continuo viavai di persone, dove capita molta gente di varia provenienza e condizione: questa casa è diventata un p. di mare; si starebbe freschi, con tanta gente che va e viene [all’osteria]: è sempre un p. di mare (Manzoni). In partic., in relazione a determinati aspetti: a. Con riferimento alle caratteristiche strutturali: p. naturale, seno di mare che per l’andamento dei fondali e la conformazione delle coste ha di per sé i requisiti di accessibilità e di sicurezza necessarî e non richiede quindi l’intervento dell’uomo; p. artificiale, quello creato dall’opera dell’uomo con dragaggi, costruzione di frangiflutti, dighe, moli, ecc.; p. prefabbricato, tipo di porto artificiale, costituito di elementi approntati o costruiti preventivamente (vecchi piroscafi zavorrati, cassoni di ferro o di cemento armato, ecc.), anche in località distanti dal luogo ove dovranno servire, e poi trasportati e messi in opera al momento opportuno, realizzato generalm. per fronteggiare situazioni di emergenza (per es., lo sbarco in Normandia durante la seconda guerra mondiale). b. Con riferimento alla ubicazione: p. marittimo, quello che si apre sul mare; p. fluviale, situato sulle rive di un fiume, ma lontano dalla foce; p. di estuario, situato sull’estuario di un fiume; p. lacustre o lacuale, situato su un lago interno, cioè non in comunicazione col mare (altrimenti si tratterebbe di un p. di laguna o lagunare); p. canale (o portocanale), formato da banchine costruite lungo l’ultimo tratto di piccoli corsi d’acqua fino alla foce, spesso prolungata artificialmente verso mare con uno o due moli per facilitare l’ingresso delle navi durante il cattivo tempo e per preservare la foce dagli insabbiamenti: è in genere di modeste dimensioni ed è utilizzato da naviglio di piccolo tonnellaggio (pescherecci, motovelieri, vaporetti), spec. sulle coste unite che non offrono altro genere di ridosso (Viareggio, Fiumicino, Pescara, ecc.). c. Con riferimento alla posizione rispetto alla linea del litorale: p. esterno, quello formato recingendo con opere artificiali uno spazio di mare libero, come la maggior parte dei grandi porti italiani (e anche, con altro senso, la parte più esterna del porto, cioè più vicina al mare); p. interno, quello che si addentra con i suoi bacini nel retroterra rispetto alla linea del litorale (e anche, con altro senso, la parte più interna del porto, cioè più lontana dal mare). Porto isola, particolare tipo di porto esterno, costituito da un pontile su pali con piattaforma terminale di ormeggio protetta da una diga foranea, approntato, per es., quando i fondali necessarî si trovano a notevole distanza dalla battigia. d. Con riferimento alla funzione specifica o prevalente: p. commerciale, destinato in prevalenza allo svolgimento delle operazioni di traffico delle merci, spesso situato in vicinanza di importanti agglomerati urbani e dotato di efficaci collegamenti con un retroterra talora assai ampio; p. di transito, adibito al rifornimento di due navi e caratterizzato da modesti rapporti col retroterra; p. di ridistribuzione o di smistamento, quello in cui si concentrano movimenti di merci destinate a essere riesportate per via mare; p. per passeggeri (anche detto p. di velocità), situato spesso su penisole in posizione tale da abbreviare il percorso marittimo, più lento, e favorire il prolungamento del percorso terrestre, più rapido; p. industriale, dotato di banchine di ormeggio direttamente collegate a stabilimenti industriali, sicché le materie prime, mediante particolari sistemi di trasporto (gru, trasportatori a nastro o a coclea, ecc.), raggiungono direttamente i luoghi di immagazzinamento e di impiego e viceversa; p. petrolifero, particolare tipo di porto industriale, dove i posti di ormeggio possono anche essere formati mediante pontili o boe ancorate, ma necessariamente dotato di ormeggi a elevato fondale per ricevere le cisterne di grande tonnellaggio impiegate per tale genere di trasporti; p. turistico, attrezzato per ricevere le imbarcazioni da diporto, necessariamente fornito di numerosi accosti, facilmente accessibili, e dei servizî indispensabili alle attività connesse con il turismo (impianto di alaggio, rifornimento di combustibile e di viveri, officine di riparazione, pronto soccorso, ecc.); p. peschereccio, dotato di banchine con numerosi accosti, facilmente accessibili, nonché di impianti frigoriferi per la conservazione e lavorazione del pesce; p. militare, esclusivamente destinato alla marina da guerra, generalm. ubicato, per ragioni strategiche, entro profonde rade naturali, e fornito di arsenali e grandi bacini di carenaggio. e. Con riferimento alle relazioni che con il porto hanno o possono avere le navi: p. d’immatricolazione, dove risiede il compartimento marittimo nel cui registro di matricola la nave è iscritta e dove ha il domicilio legale l’armatore o il proprietario; p. d’armamento, quello dove ogni nave mercantile tiene in deposito i suoi materiali di ricambio, dove si reca per eventuali riparazioni e manutenzioni periodiche e per provvedersi di personale e di materiale; p. di rifornimento, attrezzato per fare il rifornimento di combustibile, acqua, viveri, ecc.: p. di rifugio (o di ridosso), dove una nave può approdare in caso di cattivo tempo, di avaria o per qualsiasi altra causa di forza maggiore. f. Con riferimento alle operazioni del traffico: p. di partenza o d’imbarco; p. di arrivo o di sbarco o di destinazione (nel linguaggio mercantile, p. di destino); porti di scalo, quelli che la nave tocca, nelle linee regolari, secondo l’itinerario stabilito nelle negoziazioni mercantili, p. d’ordine, in cui una nave in navigazione deve fare scalo per attendere istruzioni circa la sua definitiva destinazione. 2. Nella laguna veneta, bocca di p., denominazione di ognuna delle aperture (in passato sette, attualmente tre) per mezzo delle quali le acque entrano ed escono a seconda dell’alternarsi del flusso e del riflusso, seguendo una rete di canali. 3. fig. a. Punto di arrivo, meta, conclusione di un’attività, di una impresa e sim.: il p. è ancora lontano; se tu segui tua stella, Non puoi fallire a glorïoso p. (Dante), non puoi mancare di raggiungere la gloria; essere in p., essere al termine di un’impresa, di un lavoro, aver raggiunto ciò a cui si aspirava, e sim.; con sign. analogo, arrivare, giungere in p.; essere a buon p. (non com.), a buon punto, cioè in una fase ormai conclusiva o comunque molto avanzata di un’attività qualsiasi; condurre in p., in buon p. (un affare, una trattativa, ecc.), a buon esito, a una conclusione positiva; fare naufragio in p. (non com.), essere costretti a troncare un lavoro, a interrompere un’attività proprio quando si era ormai giunti quasi alla conclusione. b. Il luogo, o la situazione, che rappresenta un asilo di pace, un rifugio, un riparo dalle tempeste della vita: O cameretta che già fosti un porto A le gravi tempeste mie diurne (Petrarca); Sento gli avversi Numi, e le secrete Cure che al viver tuo furon tempesta, E prego anch’io nel tuo p. quïete (Foscolo, qui con riferimento alla morte); p. di salvezza, di salute (spec. in senso spirituale, per la salvezza dell’anima); essere in p., essere al sicuro, non correre più rischi o pericoli; disperare del p., essere ormai convinti di dover soccombere, di non potersi più salvare (o di non poter godere, nell’al di là, della beatitudine eterna). Anche, nel linguaggio poet. o religioso, la persona che costituisce un sicuro punto di riferimento, presso la quale si trova protezione, sicurezza, serenità e sim.: sola tu sei quella Che con anima sicura Nel gran mar della sventura Mi sei porto e fida stella (V. Monti); in partic., con riferimento a Dio, alla Madonna e ai santi, in invocazioni e preghiere, spec. nelle locuz. p. sicuro, p. di salvezza, p. di salute, e sim. ◆ Dim. porticciòlo (letter. porticciuòlo), piccolo porto, oppure la darsena di un porto, per ricovero di imbarcazioni o piccole navi (per il porticciolo turistico, v. marina2); non com. porticino.