porzione
porzióne s. f. [dal lat. portio -onis]. – 1. a. Parte di un tutto, spec. quando sia considerata a sé, staccata o come staccata dal tutto, e questo sia diviso o distribuito in più parti: gli è toccata la p. più grossa dell’eredità; ha già dilapidato la sua p. del patrimonio familiare; più genericam., parte di un complesso unitario: una p. di terreno è stata messa a coltura; ha devoluto in beneficenza una p. della sua vincita al gioco; una p. del pubblico ha manifestato vivacemente il suo dissenso. In diritto canonico, p. funeraria, lo stesso che quarta funeraria (v. quarta, n. 1 b). b. ant. Quota, azione (di una società per azioni), carato di nave e sim. 2. La quantità di una pietanza o di cibo in genere ritenuta sufficiente per una persona, e che a tavola viene servita a ogni commensale o che egli si serve da sé: una p. di pastasciutta, di pesce, di frutta; ha voluto doppia p. di dolce; si è preso una buona p.; mangia certe p.!; spec. in trattorie, pensioni e sim.: ordinare una p. di pollo arrosto, di agnello al forno; una p. intera, mezza p. (fig. scherz., mezza p., con riferimento a persona di bassa statura); una p. abbondante, o piccola, scarsa; fare le p., dividere la vivanda in modo che ciascuno abbia la sua parte (anche in una famiglia, in una collettività); fare le p. giuste. In senso fig., quantità di qualcosa assegnata o toccata in sorte a una persona: ha avuto anche lui la sua p. di noie, di preoccupazioni, di dispiaceri. 3. In anatomia, parte di un organo, che per lo più è caratterizzata da una determinata struttura (p. membranosa, p. tendinea di un muscolo) o da determinati rapporti topografici (p. vaginale dall’utero, o più comunem., in lat., portio vaginalis uteri: v. portio). ◆ Dim. porzioncèlla, e più com. porzioncina.