poscia
pòscia avv. [lat. pŏstea], letter. – Dopo, poi, in seguito: Dopo la morte, poscia, Pianto e novel dolore (G. Cavalcanti); del passato error s’è accorta poscia (Poliziano); Ma di ciò poscia parlerem (V. Monti). Seguito da che, funge da cong., con valore temporale (dopo che): Poscia che m’ebbe ragionato questo, Li occhi lucenti lagrimando volse (Dante); o con valore causale (poiché): poscia che voi mi promettete di pregare Idio per me, e io il vi dirò (Boccaccio).