possessione
possessióne s. f. [dal lat. possessio -onis, der. di possidere «possedere», part. pass. possessus]. – 1. a. non com. Il fatto di possedere, possesso: prendere p.; entrare, essere in p. di qualche cosa. b. Presa di possesso, occupazione e sim., in alcune espressioni quali: p. demoniaca o diabolica, che nella storia del cristianesimo indica l’invasione del corpo umano da parte del demonio così da comandarne gli atti (dalla scienza medica considerata invece un fenomeno psicopatologico, detto delirio di p., che si manifesta soprattutto in soggetti schizofrenici e paranoici); p. medianica, con cui s’intende in metapsichica l’«incarnazione» di un’entità incorporea, per lo più una personalità defunta, nel corpo di un medium, durante una seduta medianica; culti di p., in etnologia, pratiche rituali caratteristiche delle cosiddette religioni estatiche (sciamanesimo, vodù, zar), che, mediante la ripetizione ossessiva di passi di danza (più raramente con ingestione di erbe o bevande), inducono al parossismo, ritenuto segno dell’ingresso di uno spirito nel corpo del fedele che lo invoca per propiziarsene la protezione e, più spesso, la liberazione dal male o la guarigione. 2. In senso concr., non com., possedimento, proprietà di terre e di beni immobili, per lo più di notevole entità: avere molte p.; essere padrone di una ricca, di una vasta p., di immense p.; divenne tanto ricco che comperò possessioni assai (Bandello); gabella delle p., denominazione che indicava in passato in alcune regioni l’imposta sulla proprietà immobiliare (Genova), o anche quella sui trapassi di proprietà delle cose immobili (Sicilia).