postmoderno
postmodèrno (o pòst-modèrno) agg. [dall’ingl. postmodern, comp. di post- e modern «moderno»]. – Termine usato a partire dagli anni ’60 del Novecento, inizialmente negli Stati Uniti e poi in Europa, per definire le varie tendenze affermatesi soprattutto in architettura (poi anche in letteratura, in movimenti culturali e nelle arti in genere) che, caratterizzate dal rifiuto dell’ideale di progresso e dalla negazione del valore del nuovo e dell’inedito, si sono proposte di superare le istanze razionalistiche del movimento moderno (v. moderno, n. 1 b) – al quale viene tra l’altro imputato un eccessivo impoverimento del linguaggio architettonico –, abbandonando gli schemi del funzionalismo e recuperando talune soluzioni formali della tradizione (ritorno alla decorazione e alla simmetria, uso del colore, valorizzazione dei caratteri locali delle città, ecc.), non disdegnando talora il Kitsch. Per estens., la qualifica viene spesso riferita a mode, atteggiamenti, comportamenti che tendono a rivalutare nostalgicamente aspetti e valori di un passato non lontano, precedentemente considerati deteriori e criticabili. Come sost., i postmoderni, gli assertori e seguaci di movimenti artistici, filosofici e culturali che hanno adottato tale posizione critica.