postnovecento
(post-Novecento), s. m. inv. Il periodo successivo alla fine del XX secolo. ◆ L’arte cerca sempre di ritornare realtà, di uscire dalla tela: e questa è indubbiamente la vera, insistente estetica sottesa a questi nostri anni di retro-avanguardia. Ed una verità, triste, appena si sale al piano superiore, dedicata ai cosiddetti giovani (nati purtroppo stanchi, asfittici, noiosi). Il calo qualitativo è palpabile, allarmante: deve essere davvero successo qualcosa di traumatico al post-Novecento, per doversi mostrare così nudo e sguarnito e pedante. (Marco Vallora, Stampa, 22 giugno 2000, p. 25, Società e Cultura) • In anticipo sull’anagrafe, dopo soli dieci anni, Fausto Bertinotti è arcisicuro: «Siamo davvero nella maturità. È una fase di innovazione culturale assoluta per Rifondazione, il passaggio dalla resistenza all’uscita dalla minorità. Siamo pronti a diventare protagonisti della vita pubblica, pronti a costruire la sinistra alternativa incrociando il primo grande movimento postnovecento, quello dei no global». (Goffredo De Marchis, Repubblica, 17 dicembre 2001, p. 18, Politica) • Nel postnovecento, il sogno dell’Alba [Alternativa Bolivariana per l’America Latina] – il sogno di un continente unito che aveva guidato le azioni dei grandi uomini dell’America latina come José Martí e Simón Bolívar – più che all’ideologia si affida a passaggi concreti: petrolio in cambio di alimentazione, salute, cultura. Ed è sui passi di questa nuova globalizzazione delle risorse che «il modello Alba» ha raccolto consensi, dall’«alto» dei governi e e dal «basso» dei movimenti sociali in America latina. (Geraldina Colotti, Manifesto, 20 febbraio 2008, p. 2).
Derivato dal s. m. inv. Novecento con l’aggiunta del prefisso post-.
Già attestato nella Repubblica del 20 gennaio 1987, p.1, Prima pagina (Giuliano Briganti), nella variante grafica post Novecento.