potare2
potare2 v. tr. [lat. pŭtare, propr. «ripulire, nettare», voce di origine indoeur., prob. la stessa che significa anche «calcolare» e quindi «ritenere, credere»] (io póto, ecc.). – 1. Recidere rami o parti dei rami o radici di una pianta allo scopo di sopprimere parti invecchiate o malate, o per dare alla pianta una forma desiderata o per regolarne la produzione, ecc.: p. le viti, gli ulivi; p. i tralci, p. i rami secchi; p. lungo, corto, secondo che si recidano i rami più o meno; con riferimento ai modi di potatura, in partic. di piante ornamentali: p. a corona, a cono, a piramide, a ombrello, ecc. 2. estens., letter. a. Recidere, troncare, amputare: Balza Ippoloco al suolo e ... coll’acciar gli pota Ambo le mani, e poi la testa (V. Monti). b. Castrare, accapponare: O merli tarpati Su su da piccini, O galli potati Ad usum Delphini (Giusti). c. Non com. in senso fig., sfrondare, abbreviare, eliminare le parti superflue di uno scritto: p. un articolo, un libro; bisognava p., come ella m’insegna, le soprabbondanze (Algarotti).