potenziale
agg. e s. m. [dal lat. tardo potentialis, der. di potentia «potenza»]. – 1. agg. a. Nel linguaggio filos., che concerne la potenza, che è in potenza (nel senso partic. per cui potenza si contrappone ad atto): intelletto p., che è capace di ricevere gli intelligibili. b. Analogam., in logica e in matematica, infinito p., v. infinito, n. 2 b. Nel linguaggio com., che ha aspetto, qualità, possibilità, e sim., che non si sono ancora manifestate o realizzate: essere, trovarsi allo stato p.; un p. poeta; energia p., che può tradursi in atto. 2. agg. a. In grammatica, detto di modo (o tempo) verbale che, da solo o con l’aggiunta di particelle, esprime una azione pensata come possibile, sia in forma positiva sia in forma negativa; il termine è usato anche come s. m. per indicare sia il modo (o il tempo) che ha tale funzione, sia la funzione stessa. Nella grammatica scolastica del latino si parla, per es., di un congiuntivo p., il quale serve a specificare, in proposizioni indipendenti, l’esistenza di una possibilità presente (p. del presente, che si esprime con il congiuntivo presente o perfetto: per es., quis dubitet? «chi potrebbe metterlo in dubbio?»; putaverit quis «qualcuno potrebbe pensare ...», o anche con il verbo possum al pres. indic. in unione con un infinito: enumerare possum multos qui ... «potrei nominare molti che ...»), oppure di una possibilità passata (p. del passato, espresso con l’imperfetto, più raram. con il piuccheperfetto, congiuntivo: videres ... «avresti potuto vedere»). b. In linguistica, si parla talora di enunciato p. o di frase p. per indicare ogni enunciato che potrebbe essere formulato, e quindi anche interpretato, in base alle regole grammaticali di una lingua, anche se nel corpus di cui si dispone esso non è presente. Come sost., p. sintattico, la somma delle possibilità di accordo sintattico presentata da una categoria linguistica storica: per es., nell’italiano moderno l’articolo la ha un potenziale sintattico maggiore di quello presentato dall’articolo il al quale in determinati casi subentra lo (per es., si dice così la penna come la spada, ma il pennino e lo spiedo). c. In scienza della vegetazione, vegetazione p., in contrapp. a vegetazione reale, di una determinata regione, modello teorico, costruito in base alle condizioni ambientali naturali, che individua le associazioni vegetali che caratterizzerebbero quella regione in assenza di intervento antropico e in condizioni ambientali costanti. 3. s. m. a. In fisica, grandezza introdotta inizialmente per i campi vettoriali conservativi, nei quali essa ha un valore univoco per ogni punto del campo (p. monodromo) e, per campi di forza, rappresenta l’energia potenziale (donde il nome) dell’ente unitario nel campo (per es., l’unità di massa in un campo attrazionale), poi estesa anche ai campi non conservativi, nei quali essa ha infiniti valori non precisabili e quindi manca di un definito significato energetico (p. polidromo) ma tuttavia, come nei campi conservativi, dà (segno a parte) con il suo gradiente il vettore del campo e con le sue derivate direzionali le componenti di tale vettore (va preso il segno + per un campo newtoniano, per es. un campo di forza centrale, e il segno − per un campo coulombiano, per es., un campo elettrostatico). Il termine assume caso per caso specifiche qualificazioni: in meccanica, p. newtoniano (per antonomasia), il potenziale del campo gravitazionale; p. della forza di gravità o geopotenziale, il potenziale del campo della gravità, pari, in un punto, al prodotto dell’accelerazione di gravità per la quota del punto e da misurare quindi in metri quadrati a secondo quadrato (m2/s2), equivalenti a joule a kilogrammo (J/kg): l’unità usata per esso in meteorologia è il metro dinamico (v. metro2, n. 2 c); p. di una forza centrale, ecc.; in elettrologia, p. elettrico, o elettrostatico, il potenziale di un campo elettrico, che si misura in volt ed è dato, in ogni punto dello spazio, dal lavoro necessario per spostare in esso una carica unitaria puntiforme da un punto che sia a un potenziale di riferimento che si assume nullo; differenza di p., differenza tra i potenziali elettrici di due punti di un sistema, per es., di un circuito, e in partic. tra i due poli di un generatore elettrico, nel qual caso si usa spesso il termine di tensione (alta tensione, generatore di tensione, ecc.); p. di contatto, la differenza di potenziale che si genera per effetto Volta tra due conduttori metallici differenti posti a contatto tra loro, o alla giunzione tra due semiconduttori di tipo diverso; p. coulombiano, il potenziale del campo elettrostatico generato da una carica puntiforme; p. magnetico o magnetostatico, introdotto nel caso del campo magnetico per analogia col potenziale elettrostatico, anche se non può essere ridotto in maniera univoca a una funzione scalare per il fatto che il campo magnetico non è conservativo; p. elettrodinamici, coppia di grandezze, una scalare (detta anche p. scalare o elettrico) e l’altra vettoriale (detta p. vettore o magnetico) da cui possono essere derivati attraverso equazioni differenziali il campo elettrico e quello magnetico (nel caso generale di campi elettromagnetici non stazionarî); p. ritardati, qualificazione dei potenziali elettrodinamici che sottolinea il fatto che nelle espressioni che si ricavano per essi in molti problemi di elettrodinamica compaiono termini «di ritardo» dovuti al tempo di propagazione (finito) dei campi elettromagnetici; p. termodinamici, quelle funzioni termodinamiche, dipendenti unicamente dallo stato del sistema termodinamico, che possono essere convenientemente usate per stabilire le condizioni di equilibrio del sistema stesso in particolari situazioni fisiche: sono esempî di potenziali termodinamici l’energia interna, l’entropia, l’entalpia, l’energia libera (definita come U–TS, dove U è l’energia interna, T è la temperatura assoluta e S l’entropia), e il p. di Gibbs o energia libera di Gibbs (dal nome del fisico statunitense J. W. Gibbs, 1839-1903), definito come U+pV–TS, dove U è l’energia interna, p è la pressione, V è il volume, T è la temperatura assoluta e S è l’entropia. In chimica, p. elettrocinetico, il potenziale che si stabilisce tra la superficie limite idrodinamica di una micella colloidale e il mezzo disperdente; per il p. elettrochimico, v. elettrochimico. b. Nel linguaggio tecn., il termine è spesso usato come sinon. di potenzialità; per es., il p. di una linea ferroviaria. c. In elettrofisiologia, p. di membrana, la differenza di potenziale elettrico tra l’esterno (positivo) e l’interno (negativo) delle cellule e delle fibre muscolari e nervose, dipendente dalla differente concentrazione ionica esistente ai due lati della membrana cellulare; p. d’azione, l’improvvisa inversione della polarità della membrana, che si verifica nei tessuti eccitabili (per es., fibre nervose) a seguito di un eccitamento, dovuta alla penetrazione dello ione sodio all’interno della membrana divenuta selettivamente permeabile a tale ione; p. evocato, tecnica elettroencefalografica consistente nella registrazione dell’attività bioelettrica di determinate aree del cervello in risposta a ben precise stimolazioni sensoriali esterne (visive, acustiche, tattili). 4. Per estens., nell’uso com. e in altre discipline, il complesso delle capacità, dei mezzi, delle risorse, ecc. di cui si dispone o si può disporre per il conseguimento di determinati fini: il p. bellico di uno stato; il p. economico di un’impresa, di un’industria; con sign. più partic. in economia, p. di lavoro, la popolazione avente età e capacità lavorativa, ossia tutti coloro che siano compresi tra un limite minimo e uno massimo di età; p. inflazionistico, la massa di mezzi di pagamento che può rifluire sul mercato e ristagnarvi determinando effetti inflazionistici. Nella critica letteraria, capacità di produrre, o di lasciar immaginare, determinati effetti o sensazioni: il racconto ha un ricco p. affettivo. ◆ Avv. potenzialménte, in potenza, come possibilità o evenienza non ancora verificatasi o attuatasi: un paese arretrato ma potenzialmente ricco; quell’ingegno potenzialmente forte ma non espresso del tutto (De Roberto).