potere1
potére1 (ant. podére) s. m. [uso sostantivato del verbo potere2]. – 1. a. Capacità, possibilità oggettiva di agire, di fare qualcosa: noi ... scorgiamo ... il colmo della nostra esistenza nelle tre sole facoltà del potere, del conoscere, del volere (Mamiani); a mio (tuo, suo, ecc.) p., per quanto dipende da me (te, lui, ecc.): Ogni sera all’albergo se ne gìa, Schivando a suo poter d’alloggiar male (Ariosto); a tutto p., con tutta la forza e l’impegno di cui si è capaci, a più non posso: rifuggì mai sempre dall’impacciarsi nelle faccende altrui; anzi si scusava a tutto potere dall’ingerirvisi ricercato (Manzoni); fare ogni proprio p., tutto ciò che si ha la possibilità di fare, compiere ogni sforzo per riuscire in un’impresa: gli uomini rarissime volte fanno ogni loro potere (Leopardi). b. Con senso più affine a potenza: Troppo forte è, signor, lo suo valore, Che, come vedi, el tuo poter non cura (Poliziano, con riferimento alla potenza del dio Amore). Nel linguaggio milit., p. marittimo e p. aeromarittimo, l’insieme delle possibilità che una nazione ha di esercitare utilmente le attività sul mare e nello spazio aereo in modo da trarne vantaggi economici e militari. c. Virtù, dote particolare: dicono che quell’uomo abbia p. paranormali; è dotata di un p. taumaturgico; sembra possedere p. magici; p. divino, onnipotenza. d. Capacità di influire sul comportamento altrui, di influenzarne le opinioni, le decisioni, le azioni, i pensieri: non ho alcun p. su di lui; ha sempre avuto molto p. sui figli; le sue parole esercitano uno strano p. su di me; capacità di attrarre, di legare a sé, di mettere in uno stato di soggezione psicologica, spec. nell’ambito di una relazione amorosa: il p. della sua voce, dei suoi sguardi; il magico p. delle sue carezze; Io conosco il poter degli occhi tuoi (Goldoni); più genericam., fascino, forza d’attrazione: il p. della musica, della poesia; l’irresistibile p. della passione amorosa. e. Dominio, balìa, possesso: ha ridotto quella poveretta in suo p.; ormai siete in mio p.; ci tiene tutti in suo p.; è caduto in p. dei nemici; l’isola venne in p. degli insorti. 2. a. Nel diritto, in senso ampio, qualunque facoltà di compiere azioni giuridicamente rilevanti, sia come manifestazione immediata della personalità, e quindi della capacità giuridica, di un soggetto (per es., nel campo del diritto pubblico, il p. legislativo, il p. esecutivo, il p. giudiziario, proprî dello stato e dei suoi organi), sia come sinon. di facoltà e talora di potestà, relativamente al compimento di determinati atti giuridici: p. di alienare, di acquistare, ecc. Divisione dei p., teoria politico-costituzionale secondo la quale nello stato le tre funzioni fondamentali di legiferare, amministrare, rendere giustizia, sono da attribuire a organismi diversi e indipendenti l’uno dall’altro. Con valore ugualmente ampio, nelle espressioni p. spirituale e p. temporale dei papi, e separazione dei due poteri. b. In senso più limitato, particolare autorità conferita a una persona o a un organo in relazione alla carica o all’ufficio che ricopre, alla funzione che svolge e sim.: l’esercizio di un p., dei proprî p.; dare, conferire il p. di ...; abuso, usurpazione di potere o di poteri; conflitto di poteri, v. conflitto; eccesso di potere, superamento del limiti imposti dalla legge nell’esercizio di un potere; poteri di rappresentanza, autorizzazione da parte del titolare di un diritto o dello stesso ordinamento giuridico a che un soggetto diverso dal titolare compia delle scelte per conto dell’altra parte o delle altre parti del rapporto; p. coercitivi, quelli conferiti al magistrato per l’esercizio delle sue funzioni; p. discrezionale, quello esercitato dagli organi del potere esecutivo e, in qualche caso, dal giudice (v. discrezionale); verifica dei p., accertamento dei poteri di rappresentanza e della legittimazione a intervenire nel compimento di un determinato atto o a partecipare ai lavori di un’assemblea. Pieni p., in diritto internazionale, quelli attribuiti ai plenipotenziarî, e, nel diritto interno, i poteri straordinarî delegati al governo in caso di guerra o pericolo grave per le istituzioni, in base ai quali il potere esecutivo esercita anche la funzione legislativa (la vigente costituzione italiana ne vieta l’istituzione, prevedendo che in caso di guerra il parlamento deleghi al governo soltanto i p. necessarî per fronteggiare il pericolo); per estens., nel linguaggio com., avere, dare i pieni p., avere, dare, piena facoltà di agire come si vuole. c. Nell’uso com., facoltà di fare o non fare una cosa, di compiere o meno una data azione; quindi, libertà di azione, di decisione, di scelta: non avete il p. di fare questo!; hai forse il p. d’impedirmi di andarmene?; da questo corso si diparte Talor la creatura, c’ha podere Di piegar, così pinta, in altra parte (Dante); è in mio, in tuo p., sta in nostro p. e sim., dipende dalla mia, dalla tua, dalla nostra volontà: ho fatto tutto ciò che era in mio p. di fare, tutto ciò che mi era consentito, tutto quello che era nelle mie possibilità. Per estens., autorità: non ho il p. di prendere decisioni in merito; avere poco, molto p.; ha una posizione di grande p.; avere pieno p. di fare qualcosa. d. Con uso assol., il p., la direzione della cosa pubblica, il predominio politico: conquistare il p.; raggiungere il p.; prendere il p., impadronirsi del p., spec. con atti di forza o rivoluzionarî; tenere, conservare il p.; rinunciare al p.; perdere il p.; p. assoluto, dispotico; al p., nella posizione in cui si detiene il potere, ossia si governa, si decide, si comanda, ecc.: andare, arrivare, salire al p.; essere al p. (anche come locuz. aggettivale: gli uomini, i partiti al p., quelli che guidano il governo); vuoto di potere, assenza di un governo che abbia la pienezza dei p., cioè l’integrità delle sue funzioni. Talora al concetto del predominio politico si associa anche quello del predominio economico e in genere della potenza decisionale comunque ottenuta (con alte cariche pubbliche e amministrative, ecc.); possono avere questo sign. più largo le espressioni dare la scalata al p., lotta per il p., la conquista del p., la sete e l’arroganza del p., e sim.; uomini di potere, le persone che sono ai vertici delle strutture politica, economica e amministrativa dello stato o di altre imprese pubbliche e private. e. Con valore concr., l’insieme delle persone, degli organi, delle istituzioni a cui sono devoluti i poteri dello stato (precisando, il p. politico): il p. centrale, l’amministrazione centrale dello stato, in contrapp. al p. periferico; i p. civili e militari; in senso collettivo, il governo: Un gran proverbio, Caro al potere, Dice che l’essere Sta nell’avere (Giusti); il p. costituito, le autorità che esercitano la guida dello stato in forza della legge. f. Seguito da una qualificazione, denominazione di organizzazioni e movimenti rivoluzionarî sorti dopo gli anni ’60 del Novecento: p. nero (in passato p. negro), movimento rivoluzionario diffuso fra i neri degli Stati Uniti, più noto con il nome ingl. black power (v.); p. operaio, movimento di estrema sinistra nato nel 1964 fra gruppi di contestatori di diversa appartenenza ideologica, il cui scopo era la conquista del potere politico ed economico da parte di una ipotetica e astratta «classe operaia» (è stato sciolto nel 1973). g. In alcune denominazioni formate con un agg. numerale ordinale e usate spesso spec. nel linguaggio giornalistico quarto p., la stampa, così detta per il ruolo preminente che ha assunto oltre i tre poteri tradizionali (legislativo, esecutivo e giudiziario); quinto p., denominazione data in passato al cinema e attualmente alla televisione, per il ruolo preminente assunto come mass media nel campo culturale, politico, e, in genere, dell’informazione. 3. Capacità, proprietà: il p. di penetrazione di una teoria; l’acqua ha un notevole p. diuretico; questo sign., oltre che nel linguaggio com., è frequente in numerose espressioni di determinate discipline: a. In economia: p. di acquisto, il valore di scambio della moneta, cioè la quantità di merci o di monete estere che si può ricavare con la sua cessione; p. economico, il potere di prendere decisioni riguardanti l’attività economica di una collettività (consumi, risparmî, investimenti, ecc.), che spetta agli organi politici e alle autorità finanziarie, ma a cui di fatto partecipano le grandi imprese, le organizzazioni sindacali, ecc.; p. liberatorio, il potere di estinguere debiti che hanno le monete e i biglietti di banca e di stato a corso legale, cui corrisponde il dovere del creditore di accettarli a estinzione del credito; p. di mercato, la capacità d’influire sul mercato e quindi sul prezzo di un prodotto più degli altri offerenti e richiedenti. b. Nelle scienze sperimentali e nella tecnica, il termine, seguito da un’opportuna specificazione, indica una certa proprietà di un corpo o di un sistema: il p. assorbente di un terreno; p. detergente, capacità di un detergente di asportare il sudiciume da una superficie; p. ricoprente, proprietà caratteristica dei colori e delle lacche di non lasciar trasparire il colore di fondo; p. dolcificante, la capacità che ha una sostanza dolcificante di dare sapore dolce a un’altra sostanza cui venga aggiunta (si valuta mediante diluizioni acquose successive, con riferimento a quello dello zucchero di barbabietola o di canna, al quale è attribuito valore unitario); anche con una precisa determinazione quantitativa: p. calorifico, la quantità di calore, in chilocalorie o in chilojoule, sviluppata da 1 kg di combustibile (o anche da 1 m3 misurato in condizioni normali di pressione e temperatura per i combustibili gassosi) nella completa combustione, a pressione costante, riportando i prodotti della combustione a 0 °C e a 1 atmosfera: p. calorifico superiore, comprendente anche il calore di condensazione di tutta l’acqua presente nei prodotti di combustione; p. calorifico inferiore o effettivo, ottenuto dal precedente sottraendo il calore di condensazione dell’acqua che, nella generalità dei casi pratici, viene scaricata nell’atmosfera assieme ai prodotti di combustione, a temperature superiori ai 100 °C; p. risolvente o risolutore o separatore, in ottica, la capacità che ha un dispositivo di osservazione (occhio, cannocchiale, microscopio, ecc.) di fornire immagini in cui appaiono ben distinguibili, ossia ben separati, o, come anche si dice, ben risolti, i dettagli dell’oggetto osservato (v. risolvente, n. 1); p. risolutivo, in fisica, v. risolutivo, n. 1 b; p. rotatorio, v. rotatorio. In elettrologia, p. delle punte, proprietà dei conduttori di forma appuntita, sfruttata, per es., nel parafulmine e in varie macchine elettrostatiche, che deriva dal fatto che il campo elettrico è molto intenso in prossimità della punta di un conduttore carico, per cui si manifesta una accentuata attitudine della punta ad attrarre o generare scariche elettriche.