potesta1
potestà1 (letter. podestà; ant. potestate, potestade, podestate) s. f. [dal lat. potestas -atis, der. di potis «che può, potente»]. – 1. a. Potere, autorità inerente a una carica, o piuttosto il diritto, giuridicamente riconosciuto, all’esercizio di un potere e delle funzioni con questo connesse: p. di governo; la p. del re, dell’imperatore; la p. consolare presso i Romani; nel linguaggio giur., patria p., complesso di poteri a protezione e tutela del figlio minore, non emancipato, un tempo attribuiti al padre, e attualmente a entrambi i genitori (per cui nel nuovo diritto di famiglia l’antica e tradizionale denominazione è stata sostituita da quella di potestà dei genitori); p. tributaria, il diritto riconosciuto dalla legge a determinati organi centrali o locali di istituire, applicare ed esigere imposte; in diritto canonico, p. di giurisdizione o di governo, il potere di governare la Chiesa, che spetta al pontefice e, subordinatamente, ai vescovi e ad altri grandi prelati; p. di ordine, il potere di amministrare i sacramenti, che spetta agli appartenenti all’ordine sacerdotale. b. ant. Potenza: la divina p., la potenza divina, o anche Dio stesso considerato nella sua potenza; la potestà della fortuna (Guicciardini). c. Più spesso, sinon. generico di potere (anche per indicare potere assoluto, dominio): avere, non avere p. di fare una cosa; è in mia p. di accettare o no; poniam che di necessitate Surga ogne amor che dentro a voi s’accende, Di ritenerlo è in voi la podestate (Dante); avere p. sopra qualcuno; avere, tenere in propria p., in propria balìa; essere, mettersi, mettere, venire in p. di qualcuno. 2. Per estens., la persona che detiene un potere, che è investita di un’autorità: conservo sono Teco e con li altri ad una podestate (Dante); due potestà, due canizie, due esperienze consumate si trovavano a fronte (Manzoni). In partic., in età medievale, il supremo magistrato cittadino, o anche, con valore collettivo, l’insieme delle autorità comunali; in questo sign. fu più comune la forma podestà, rimasta poi in uso nel genere maschile (v. podestà1 e podestà2). 3. Nella scala gerarchica discendente degli ordini angelici, secondo la distinzione dello Pseudo-Dionigi, gli angeli che costituiscono il terzo coro della seconda gerarchia.