prammatica
prammàtica (ant. pragmàtica) s. f. [dal lat. tardo pragmatĭca (sanctio): v. prammatico]. – 1. Nome con cui, per abbreviazione di prammatica sanzione (v. prammatico), sono indicate, nel linguaggio giur. del passato e negli storici del diritto, leggi (o editti o decreti) di emanazione regia su determinati oggetti, per es. in materia costituzionale, o tendenti a regolare comportamenti pubblici (come, in Toscana, le leggi suntuarie): credono che il primo passo per rianimare il commercio sia promulgare leggi, ossia prammatiche per annientare il lusso (P. Verri); È del 1777 una prammatica che prometteva tre anni di galera a chi leggesse Voltaire (Carducci); la storia del governo spagnuolo della Lombardia o del Napoletano nel secolo decimosettimo, con le sue gride e le sue prammatiche in materia economica e finanziaria (B. Croce). È stato chiamato prammatica filangieria il provvedimento emanato nel 1418 dalla regina Giovanna II di Napoli per ammettere alla successione le sorelle maritate (grazie a tale provvedimento Caterina Filangieri ottenne per il marito Sergianni Caracciolo, amante della regina, il titolo di conte di Avellino). 2. Per estens., regola pratica che si segue per consuetudine in determinate circostanze della vita sociale: una bella corrida, in questa patria dell’etichetta, è ... una prammatica di riti e di gesti e di precetti minuziosi e severi regolati come un duello (Ojetti). Con questo sign., è di uso com. soltanto nella locuz. di prammatica: ho dovuto ascoltare i soliti discorsi di p. in queste situazioni; mi ha negato il permesso, come di p., com’è sua consuetudine; un tempo al Teatro dell’Opera era di p. l’abito da sera.