pre-embrione
s. m. L’unione dell’ovocito e dello spermatocito nella fase che precede quella dello sviluppo dell’embrione. ◆ la Tomassini-Bianconi concede una specie di diagnosi al pre-embrione, ma solo se i genitori sono portatori di malattie trasmissibili. (Daria Gorodisky, Corriere della sera, 26 agosto 2004, p. 11, Cronache) • «Prima che il confronto sulla fecondazione assistita diventasse una guerra di religione, molti scienziati cattolici facevano risalire allo "zigote" il confine per definire, detto in termini imprecisi, l’embrione dal pre-embrione» [Carlo Flamigni intervistato da Maria Novella De Luca]. (Repubblica, 24 febbraio 2005, p. 13) • Il termine «ootide» (ma sarebbe più corretto chiamarlo «oocita a due pronuclei», come fa il Cnb) definisce lo stadio nel quale i patrimoni genetici paterno e materno non si sono ancora fusi nella nuova cellula. C’è anche chi lo chiama «pre-embrione», forzando nel senso di una presunta differenza «qualitativa» rispetto all’embrione. (Nic. Til., Foglio, 3 maggio 2007, p. 2).
Derivato dal s. m. embrione con l’aggiunta del prefisso pre-.
Già attestato nella Repubblica del 7 dicembre 1988, p. 17, Cronaca (Arnaldo D’Amico).