precog
(Precog), s. m. inv. Lavoratore precario delle grandi catene commerciali o dei settori della comunicazione e della formazione, assunto con contratto a tempo determinato. ◆ Quest’anno il gemellaggio con Barcellona, dicono i Precog – neologismo che tiene insieme il precariato che lavora al dettaglio e il «cognitariato» della comunicazione e della formazione – «rende ancora più pressante la questione della guerra globale in corso e impone di rinnovare l’appello al ritiro delle truppe dall’Iraq e l’opposizione ai governi liberisti che appoggiano la guerra di [George W.] Bush in Europa». (Luca Fazio, Manifesto, 9 aprile 2004, p. 9, Economia) • la festa per 900 invitati sulla spiaggia dell’Excelsior darà il via alla movida veneziana, fatta di esclusivi party che ogni sera renderanno la città il cuore del glamour mondiale. E la blinderanno di polizia, bodyguards e misure di sicurezza eccezionali. Restano fuori i «precog», i precari del cinema, che sfileranno nel nome di San Precario e i dipendenti a rischio licenziamento di un’azienda sponsor. (Corriere della sera, 1° settembre 2004, p. 33, Spettacoli).
Dall’ingl. precog, a sua volta composto dagli agg. precarious (‘precario’) e cognitarian (ricavato dall’agg. cognit[ive] ‘cognitivo, della conoscenza’ e dal s. [prolet]arian ‘proletario’).
V. anche chainworker.