predicabile
predicàbile agg. [nel sign. 1 a, der. di predicare; nel sign. 1 b, dal lat. praedicabĭlis, der. di praedicare nel senso di «celebrare, lodare»; il sign. 2 è dal lat. mediev. praedicabilia, tratto da praedicare nell’accezione assunta da questo verbo nella logica formale (v. predicare, n. 4) per tradurre il gr. κατηγορούμενα di Aristotele]. – 1. ant. a. Che può costituire argomento di predica religiosa: [san Bernardino] compose dua degnissime opere da predicare, l’una si chiama il Vangelo eterno, ... e l’altro è il libro de’ Sermoni, pure predicabile (Vespasiano da Bisticci). b. Latinismo per encomiabile, lodevole: non voglio già tralasciar, con molte altre eroiche virtù d’un tanto eroe, la sua p. beneficienza verso i poveri (Botero). 2. In filosofia, di tutto ciò che può essere predicato intorno a un soggetto (ovvero, nella logica attuale, a uno o più soggetti). Come s. m., il plur. i predicabili è stato usato per indicare i modi con cui, secondo Aristotele, un predicato può essere attribuito a un soggetto, e che sono stati classificati nelle Isagoge di Porfirio in cinque classi: genere, specie, differenza, proprio, accidente; nel pensiero kantiano, i p. della ragion pura, i concetti puri ma derivati dell’intelletto, che possono essere dedotti a priori dalle categorie.