prefiggere
prefìggere v. tr. [dal lat. praefigĕre «fissare, mettere prima», comp. di prae- «pre-» e figĕre «attaccare, fissare»] (coniug. come figgere, ma il part. pass. è prefisso). – 1. Fissare, stabilire in anticipo: gli ordinò di soddisfare la sua obbligazione prefiggendogli un termine preciso; Ciò prefisso tra sé, dimora alcuna Non pone in mezzo (T. Tasso); con la particella pron. (in funzione di compl. di termine), proporsi fermamente, ripromettersi: mi sono prefisso questo scopo; si era prefisso di studiare otto ore al giorno; ci si prefigge che l’alunno acquisisca competenze adeguate. 2. Premettere, anteporre, cioè mettere prima, davanti; ormai ant. o raro con sign. generico: ad ogni volume siano soliti p. una prefazione (C. Cattaneo); p. al nome un titolo nobiliare; com. invece in linguistica, nel senso di anteporre come prefisso (v. prefisso s. m.): p. un morfema, una preposizione a un tema verbale. ◆ Part. pass. prefisso, anche come agg., sia nel sign. 1: all’ora prefissa, raggiungere gli scopi prefissi (più com. prefissata, prefissati, dal v. prefissare); sia nel sign. 2: la particella prefissa, il morfema prefisso al verbo (v. il sost. prefisso).