pregiudiziale
agg. e s. f. [dal lat. tardo praeiudicialis, agg., der. di praeiudicium: v. pregiudizio]. – 1. a. agg. Che deve essere trattato, esaminato, deciso prima di deliberare intorno a qualsiasi altra azione o decisione: elementi p.; clausola p.; condizione p.; in partic., in diritto processuale, questione p., questione giuridica che condiziona tutti gli atti successivi e la competenza stessa dell’organo giudicante, e che quindi deve essere risolta preliminarmente, con precedenza su altre questioni. b. Come s. f., questione che si deve risolvere prima di discuterne un’altra, sulla decisione della quale influisce più o meno direttamente. In partic., p. tributaria, principio del diritto tributario, attualmente non riconosciuto dalla legislazione italiana, per il quale l’azione penale per i reati tributarî ha corso solo dopo il definitivo accertamento delle imposte e sovrimposte dovute. Per estens., nel linguaggio politico, condizione che si considera necessaria per la continuazione di una trattativa, per l’adesione a un’iniziativa, ecc.: sollevare, porre una p.; il partito ha posto come p. per la partecipazione al governo la discussione sulla riforma del sistema pensionistico. 2. agg., ant. Che reca pregiudizio, dannoso (sinon. quindi di pregiudizievole): per una precipitazione inutile affatto al pubblico servigio ed evidentemente p. ai miei interessi ed alla mia personale condizione, non mi volle spedire la lettera d’avviso (C. Cattaneo). ◆ Avv. pregiudizialménte, in via pregiudiziale: decidere pregiudizialmente una questione; per un giudizio o un atteggiamento preconcetto, aprioristico: si davano anche le chiavi di casa per le serate dedicate al teatro, non essendo la direzione pregiudizialmente avversa al teatro (M. Moretti).