premere /'prɛmere/ [lat. premere] (pass. rem. io preméi o premètti, ant. anche io prèssi, tu premésti, ecc.; part. pass. premuto, ant. prèsso). - ■ v. tr. 1. a. [esercitare una pressione su qualcosa in modo da farla aderire ad altra: p. la garza sulla ferita] ≈ comprimere, pigiare, pressare. b. [esercitare una pressione su un tasto e sim.: p. un pulsante] ≈ pigiare, schiacciare, spingere. 2. (fig., lett.) [far soffrire: tu vuo' ch'io rinovelli Disperato dolor che 'l cor mi preme Già pur pensando (Dante)] ≈ angustiare, assillare, opprimere, tormentare, (lett.) vessare. ↔ rinfrancare, sollevare. ■ v. intr. (aus. avere) 1. a. [esercitare una pressione, anche assol.: l'acqua premeva contro la diga; p. con il dito sul bottone] ≈ fare forza, pigiare, pressare, spingere. b. [riferito a truppe e sim., esercitare una minaccia ravvicinata e incombente: il nemico premeva da tutte le parti] ≈ incalzare, pressare, spingere, urgere. ‖ avanzare. ↔ ‖ retrocedere, ripiegare, ritirarsi. 2. (fig.) [cercare di indurre qualcuno a determinati comportamenti, con la prep. su: premono su di lui per fargli rassegnare le dimissioni] ≈ fare pressioni, sollecitare (ø), spingere (ø). 3. [essere importante per qualcuno, con la prep. a: la salute preme a tutti] ≈ essere caro, importare, stare a cuore. 4. [presentare carattere di urgenza e di una certa importanza, assol.: problemi che premono] ≈ (non com.) impellere, incombere, urgere. [⍈ OBBLIGARE]