preoccupare
v. tr. [dal lat. praeoccupare «occupare prima, prevenire», comp. di prae- «pre-» e occupare «occupare»; il sign. 2 è influenzato dal fr. préoccuper] (io preòccupo, ecc.). – 1. In senso proprio (raro), occupare in precedenza, prima di altri, un luogo, una carica, una funzione, ecc.: era cosa ... meno pericolosa ... preoccupargli quelle vie con le quali si faceva grande, che volere contrapporsegli (Machiavelli); molti, avendo il torto, ricorrevano a lui [l’innominato] per aver ragione in effetto; molti anche, avendo ragione, per p. un così gran patrocinio, e chiuderne l’adito all’avversario (Manzoni). In senso fig., non com., predisporre una persona a un determinato convincimento o atteggiamento, condizionarne il modo di pensare e di agire: p. l’animo di qualcuno; volendo p. gli spiriti in suo favore (Cesarotti). 2. Mettere, tenere in preoccupazione, cioè in uno stato di inquietudine, di ansia, incertezza, timore e sim.: è questo che mi preoccupa; il suo stato di salute comincia a preoccuparmi; episodî di intolleranza razziale che preoccupano tutti. Nell’intr. pron., preoccuparsi, essere in uno stato di apprensione, di ansia: mi preoccupo del tuo avvenire; è un tipo ansioso che si preoccupa per un nonnulla; si preoccupava di non finire in tempo il lavoro; la situazione è peggiorata e c’è davvero da preoccuparsi; con valore attenuato, darsi pensiero, mostrare cura e sollecitudine per un motivo o per un fine: non ti devi preoccupare di questo: ci penserò io; non si è nemmeno preoccupato di avvisare che non sarebbe venuto; si preoccupa soltanto del suo tornaconto; assicurarsi: preoccupati che tutto vada bene. ◆ Part. pres. preoccupante, anche come agg. (v. la voce). ◆ Part. pass. preoccupato, anche come agg., che ha preoccupazioni, che è in uno stato di ansia, di timore e sim.: mi è sembrato molto preoccupato per la sua salute; per estens., che rivela preoccupazione: aveva il viso stanco e preoccupato.