presa
présa s. f. [der. (propr., femm. sostantivato) di preso, part. pass. di prendere]. – 1. a. Genericam., l’atto e il modo di prendere, di afferrare: stringere, allentare la p.; lasciare la p.; spec. di persone che lottano: Qual sogliono i campion far nudi e unti, Avvisando lor presa e lor vantaggio (Dante). In partic., nel linguaggio sport., con riferimento alla lotta greco-romana, alla lotta libera, al judo, p. di braccio, di spalla, di testa, ecc., varî tipi di movimenti che si eseguono per afferrare l’avversario nel tentativo di obbligarlo alla resa; nel calcio, a seconda del modo di esecuzione, p. alta, p. a terra, l’atto di bloccare la palla con le mani, proprio del portiere; nel rugby, p. al collo, alle gambe, ecc., azione di arresto compiuta su un avversario; anche, l’atto e il modo di impugnare l’attrezzo nella ginnastica. b. Per estens., riferito a cose; per es., a uno strumento qualsiasi che serva ad afferrare: la p. delle tenaglie, la p. delle pinze; o a un arnese che in qualche modo si attacchi ad altro oggetto: l’ancora fa p., fa buona p., non fa p. sul fondo; analogam., le radici hanno fatto p., hanno attecchito nel terreno o hanno aderito ad altra pianta; in veicoli a motore, p. diretta, la condizione del cambio di velocità quando vi è connessione senza moltiplicazione o demoltiplicazione fra l’albero motore e quello delle ruote, che hanno pertanto la medesima frequenza di rotazione. Per ulteriore estens., con riferimento a colle o vernici, l’effetto di restare aderenti a una superficie una volta asciugate: bisogna pulire bene la parete perché la tinta faccia p.; anche, il fenomeno per cui la miscela di un legante (calce, cemento) con acqua, ed eventualmente con altri elementi (sabbia, pietrisco, ghiaia), si consolida fino a perdere la plasticità: cemento a pronta p., a lenta p., che fa presa con acqua più o meno rapidamente; gesso da p., usato come legante; la saldatura può eseguirsi colando tra i due pezzi un altro metallo che faccia presa. 2. In usi fig.: a. Con riferimento al sign. che il termine ha nella lotta, l’espressione dell’uso com. venire alle prese (propriam., degli avversarî che iniziano la lotta afferrandosi l’uno all’altro), venire a contesa, anche di parole; con sign. più generico, essere alle p. con, essere impegnato in qualche cosa di difficile, di complicato: lo trovai alle prese con la dichiarazione dei redditi. b. Con riferimento alla forza che si esercita afferrando o con cui un oggetto si afferra, le espressioni avere presa, fare presa, fare impressione più o meno profonda, esercitare una certa influenza: un discorso, un argomento che fa presa, o poca p., molta p. sugli ascoltatori, sulla massa del pubblico. c. Appiglio: una condotta che dà p. alle critiche, che dà motivo, occasione alle critiche. 3. Seguito da complementi, serve a formare locuzioni corrispondenti ad altre analoghe formate col verbo prendere: presa in giro (non com. presingiro), il fatto del prendere in giro, canzonatura (analogam., p. per il bavero e sim.); presa di coscienza, il fatto di acquistare consapevolezza di sé stessi, del proprio comportamento, di rendersi esattamente conto della realtà, dello stato delle cose, di un fatto o fenomeno, spec. politico; presa di posizione, il fatto di prendere posizione, di definire cioè chiaramente il proprio punto di vista, il proprio atteggiamento su una determinata questione, in una controversia e sim. (si attende una p. di posizione da parte del governo; si è avuta una dura p. di posizione della stampa nei confronti dei provvedimenti governativi); presa di possesso, il prendere possesso. Presa in considerazione, atto con cui si ritiene meritevole di esame una proposta, una richiesta, un’offerta, un’istanza, ecc.; con riferimento a proposte di legge d’iniziativa parlamentare, la presa in considerazione può essere deliberata, in aula, dalla Camera dei deputati: se la deliberazione è favorevole, la proposta di legge viene deferita alla commissione competente, se invece è contraria, la proposta viene cancellata dall’ordine del giorno (la presa in considerazione è obbligatoria quando si tratti di una proposta di legge che implichi onere finanziario). 4. Genericam., cattura, possesso e disponibilità. Nel linguaggio venatorio, la cattura della preda: cane da presa. In operazioni militari o sim., la conquista di una città, l’espugnazione di una fortezza o d’altra posizione: la p. di Sebastopoli; la p. di Roma del 1870; la p. della Bastiglia. In alcuni giochi, l’atto di guadagnare con la propria carta una o più carte che sono in tavola, o di catturare pezzi dell’avversario, nella dama, negli scacchi e in giochi sim.; in partic., nel gioco degli scacchi, la cattura di un pezzo o di un pedone dell’avversario che viene tolto dalla scacchiera e sostituito nella casa che occupava dal pezzo o pedone che ha eseguito la presa. In alcune di queste accezioni il termine può acquistare valore concr., indicando ciò che si è preso: fare una buona, una cattiva p., a caccia, a pesca, in giochi di carte, nel gioco degli scacchi o della dama. 5. La dose, di una medicina in polvere, che si può prendere in una volta (nell’uso farmaceutico il dim. presina è sinon. di cartina). Analogam., una p. di tabacco, la quantità di tabacco da fiuto che si prende tra due dita e si fiuta in una volta: don Giammaria rideva e ci tirava su una p. (Verga); una p. di sale, di pepe, un pizzico, per condimento. 6. In senso concreto: a. La parte di un oggetto che serve a prenderlo e tenerlo con la mano: la p. di un coperchio, di un tegame. b. Sporgenza a cui ci si può afferrare, appiglio: la parete rocciosa non offriva alcuna presa. c. Oggetto che serve a prenderne un altro: presa da cucina, da forno, e assol. presa (o più spesso al dim. presina), cuscinetto imbottito, basso e morbido, o pezzo di stoffa o di altri materiali, talora in forme di fantasia, adoperato per togliere i recipienti caldi dal fuoco; erano dette prese anche i quadratini imbottiti, per lo più di lana, con i quali un tempo si maneggiavano i ferri da stiro. d. In legatoria, sottile striscia di carta, per lo più del tipo da disegno, che, nella fase di doratura della coperta di un libro, viene utilizzata per prendere e maneggiare l’oro in fogli. 7. a. Apertura, chiudibile o regolabile con diaframmi, valvole o altro dispositivo, che serve a derivare parte di un fluido da un ambiente in un altro, per utilizzarlo: una p. d’acqua (e opera di presa, l’insieme dei manufatti necessarî a convogliare acque potabili, irrigue, oppure di utilizzazione industriale, da sorgenti, falde o corsi d’acqua, attraverso vasche e condutture dotate di opportuna strumentazione per misurare la portata, controllare la potabilità, filtrare, ecc.); p. d’aria, parte del dispositivo di alimentazione dell’aria in un impianto di combustione, di ventilazione o di condizionamento, che consiste in un’apertura opportuna, munita di un filtro per le impurità, comunicante con un ambiente nel quale viene provocata una depressione sufficiente a richiamare aria dall’esterno; p. di vapore, per alimentare macchine e simili; in marina, presa dal mare, valvola che mette in comunicazione una condotta col mare. b. Per estens., in elettrotecnica, p. di corrente, o assol. presa, l’organo, connesso con i terminali di un circuito di alimentazione, nel quale può essere innestata una spina cui fanno capo i conduttori di un utilizzatore (talora anche sinon. di morsetto): p. bipolare, p. a 220 V, ecc.; p. positiva, p. negativa; p. di terra, il morsetto o il conduttore mediante il quale si realizza il collegamento a terra di un dispositivo elettrico. In partic., nei sistemi di trazione elettrica, l’organo di collegamento tra il veicolo e la linea di contatto, mediante il quale da questa si deriva la corrente per alimentare i motori del veicolo. 8. In fotografia e cinematografia, sinon. di ripresa, spec. nella locuz. macchina da presa (o cinepresa), apparecchio che consente di riprendere in rapida successione una serie di immagini fotografiche istantanee di un soggetto in movimento, in modo che, quando le immagini così registrate sulla pellicola sensibile vengono proiettate su uno schermo con la stessa frequenza di ripresa, si abbia l’impressione visiva del movimento originariamente ripreso; i componenti essenziali (a parte le particolarità costruttive dei varî modelli) sono: un sistema ottico costituito da un obiettivo singolo (a fuoco fisso o zoom) o da più obiettivi disposti su una torretta girevole per essere facilmente intercambiati, un motore elettrico per azionare sia il meccanismo di trasporto della pellicola (che si svolge tra due bobine) sia, in modo sincronizzato, l’otturatore intermittente (regolato elettronicamente in modo che ciascuna immagine sia esposta correttamente), e da un mirino, per controllare l’inquadratura. 9. Ciascuno degli appezzamenti regolari in cui si divide un terreno, già incolto, quando è messo a coltura (anche presella). 10. Con sign. specifico nelle costruzioni idrauliche, p. della rotta, il complesso dei provvedimenti adottati per il riattamento degli argini danneggiati dalla piena di un corso d’acqua (v. rotta1, nel sign. 2). ◆ Gli alterati si usano quasi esclusivam. nelle accezioni concrete: dim. presina, presèlla (v. le due voci); spreg. presùccia; accr. presóna, e presóne m.