presenza
preṡènza (ant. preṡènzia) s. f. [dal lat. praesentia, der. di praesens -entis «presente1»]. – 1. a. Il fatto di essere presente in un determinato luogo, o di intervenire, di assistere a qualche cosa: è stata confermata la p. del direttore generale alla cerimonia; la p. di un estraneo ha turbato l’atmosfera della serata; si rese conto che la sua p. non era gradita; nessuno si era accorto della sua p.; una persona che con la sua sola p. può influire sull’esito della discussione; perché l’assemblea possa deliberare è necessaria la p. di almeno due terzi dei componenti; alla prossima riunione è indispensabile la p. di tutti i colleghi; fam., non posso soffrire la sua p., che egli cioè si trovi nel luogo dove mi trovo io (con riferimento a persona antipatica o che per altro motivo sia invisa); fare atto di p. (spesso iron. o scherz.), presentarsi in un luogo senza prendere parte attiva a quello che vi si fa o fermarvisi per brevissimo tempo; firma di p., quella che si appone su apposito foglio o registro di p. per attestare d’essere stato presente; indennità di p., compenso straordinario per la partecipazione a determinate attività; analogam., gettone di p. (v. gettone). Nello sport, la partecipazione a una gara o a un campionato da parte di un atleta (il computo delle presenze è importante ai fini della designazione del capitano di una squadra). Nella dottrina cattolica, presenza reale di Cristo nell’Eucaristia, la sua presenza in corpo, sangue, anima e divinità sotto le specie eucaristiche. b. Più genericam., il fatto di trovarsi, di circolare in un luogo: è un quartiere della città reso pericoloso per la p. di individui sospetti; la p. di alcuni poliziotti nella zona ha insospettito i rapinatori, che si sono eclissati; anche con riferimento ad animali: è stata segnalata nel bosco la p. di vipere. c. Per metonimia, la persona stessa che è presente in un luogo, o anche altra entità non fisicamente percepibile ma che si avverte come presente: le p. negli alberghi cittadini sono molto aumentate rispetto allo stesso periodo dello scorso anno; in quell’antico castello sembrava aggirarsi una strana p.; la campagna era piena di misteriose p. (Jovine). d. Con riferimento a paesi e nazioni, il fatto non solo di far parte di un ambito plurinazionale, ma anche di esercitarvi un importante ruolo; in questo senso si parla, per es., della p. italiana o dell’Italia (o d’altra nazione) in seno all’Unione Europea. 2. Usi fig.: a. In filosofia, p. dell’io a sé stesso, consapevolezza di sé, detta più propriam. autocoscienza. b. Presenza di spirito (locuz. prob. coniata sul fr. présence d’esprit), padronanza delle proprie facoltà e prontezza nell’affrontare con decisione e nel modo più opportuno situazioni difficili o imbarazzanti. 3. Con riferimento a cose materiali, anche nel linguaggio scient. e tecn., ne indica semplicemente l’esistenza, spesso controllata sperimentalmente, in un determinato luogo: lo scavo è stato sospeso per la p. di una falda acquifera; le trivellazioni hanno accertato la p. di gas metano nel sottosuolo; si è constatata la p. di batterî patogeni nella soluzione. 4. fig. Aspetto esteriore, modo di presentarsi di una persona: una ragazza, un anziano signore di bella p.; con uso assol., aspetto gradevole e tale da fare buona impressione, per lo più accompagnato da prestanza fisica: avere, non avere presenza. Con riferimento a un attore, o in genere a persona di spettacolo, la sua capacità di imporsi sulla scena. 5. Locuzioni: a. Di presenza, non com., di persona, personalmente: ne ho sentito parlare, e vorrei conoscerlo di presenza. b. Alla p. di, davanti a: alla p. di due testimoni; spec. con verbi di moto: fu ammesso alla p. del sovrano; diede ordine che fosse condotto alla sua presenza. Con sign. simile, ma di uso più ampio, la locuz. in presenza, seguita dalla prep. di o preceduta (come nella locuz. prec.) da agg. possessivo: dovette ripetere la sua deposizione in p. del magistrato; il testamento fu aperto in p. di tutti i parenti del defunto; puoi testimoniare queste cose soltanto se sono state dette in tua p.; non ammetto che si dicano (o si facciano) cose simili in mia p., davanti a me (o, più genericam., dove, o quando, ci sono io); ant. anche nella p. (corrispondente per l’uso all’odierno alla presenza): per la sete del martiro, Ne la presenza del Soldan superba predicò Cristo (Dante, di s. Francesco). Frequenti nell’uso eccles., talora anche nel linguaggio com., le espressioni alla (ant. nella) p. di Dio, del Signore, del Padre, di tono più solenne che davanti a Dio, ecc., ed equivalenti a nel o al cospetto di Dio, ecc. (che echeggia il biblico in conspectu Dei, in conspectu Domini): mi dichiaro innocente alla p. di Dio; Quelli ch’usurpa in terra il luogo mio, ... che vaca Ne la presenza del Figliuol di Dio (Dante, nell’invettiva fatta pronunciare da s. Pietro contro Bonifacio VIII, il quale ha usurpato il trono papale, per cui questo nel giudizio di Dio è considerato vacante). Con riferimento a cosa, in p. di è di uso com. nel linguaggio della chimica per significare contatto, mescolanza con una sostanza, come condizione necessaria perché si produca una certa azione o reazione: l’acido solforico, in p. di zinco, sviluppa idrogeno. c. Con accezione partic., e di tono leggermente enfatico, la locuz. dalla presenza di ..., e più spesso dalla p. mia, sua, nostra, ecc., in frasi fam. del tipo: toglietevi dalla mia p., sparisci dalla nostra p., e sim., dove il possessivo indica non la persona che è presente ma quella davanti a cui è presente l’altra (come se si dicesse «dalla mia, dalla nostra vista»).