presidente
presidènte s. f. e m. [dal lat. praesĭdens -entis, part. pres. di praesidere «presiedere»] (f. anche -éssa). – 1. Chi presiede, cioè la persona che, nominata elettivamente o per investitura dall’alto, sovraintende, dirige, coordina, con o senza poteri di rappresentanza, e talora in modo puramente formale o onorifico, l’attività di un’adunanza, di un’assemblea, di un consiglio, di una commissione, di un organo collegiale, di un ente, di un istituto o di un’istituzione: p. effettiva, p. onorario; il p. o la p. della Banca d’Italia; la p. della commissione esaminatrice; nella prima seduta del condominio fu nominato p. il signor ...; il p. o la p. del seggio, nelle operazioni elettorali; il p. o la p. della giuria, negli sport e nelle gare in cui, per regolamento, non è sufficiente la presenza di un arbitro o di un solo direttore di gara, ma è necessaria quella di una commissione di giurati competenti, la persona che dirige l’incontro, interpella i giurati e proclama il risultato; il p. o la p. del tribunale, della Corte dei conti; il p. o la p. della Camera, del Senato; il p. o la p. del Consiglio (dei ministri), il capo del governo, cui spetta il compito di promuovere e coordinare l’attività dei ministri, al fine di mantenere l’unità di indirizzo politico e amministrativo del governo; il p. o la p. della Repubblica, il capo dello stato, negli stati a ordinamento repubblicano (in alcuni casi ha anche le funzioni di capo del governo). 2. Più genericam. (ma raro), chi ha il compito di sovraintendere a qualche cosa: il nostro padre Felice, che è il p. qui del lazzaretto (Manzoni).