prevaricare
v. intr. e tr. [dal lat. tardo praevaricare, class. praevaricari «mancare al proprio dovere» (propriam., detto di chi, in un processo, s’intende di nascosto con l’avversario); comp. di prae- «pre-» e varicare «allargare le gambe», da varus «che ha le gambe storte»] (io prevàrico, tu prevàrichi, ecc.; aus. avere). – 1. intr. a. Abusare del proprio potere, della propria autorità, della propria influenza per conseguire un fine disonesto o per ottenere vantaggi personali; nel linguaggio giur., commettere un delitto di prevaricazione: il codice penale punisce il patrocinatore che prevarica. b. Più genericam., oltrepassare i limiti di ciò che è giusto, comportarsi in modo disonesto contravvenendo alle norme della morale: sono persone corrotte che vivono prevaricando sugli altri. 2. tr. letter. Trasgredire (una legge, un ordine e sim.): E s’io le leggi al tuo Signor prevarico (Sannazzaro); in senso fig.: le contraddizioni che prevaricano verità e giustizia (Pratolini). ◆ Part. pres. prevaricante, anche come agg., che prevarica, o che induce a prevaricare: ambizione, arroganza prevaricante; estens., che oltrepassa i limiti del giusto, eccessivo: parole d’esaltazione quasi prevaricante (Stuparich).