primizia
primìzia s. f. [dal lat. primitiae s. f. pl., der. di primus «primo»]. – 1. In agraria, ortaggio o frutto che per precocità esce dalla normale epoca di maturazione. 2. a. Nell’uso com., il frutto, l’ortaggio maturato per primo e quindi considerato come prodotto ancora raro, e perciò particolarmente pregiato: i carciofi in questa stagione sono una vera p.; le ciliegie ormai non sono più una p. e dovrebbero costare meno; le p. del mio orto, dei miei campi; talvolta con allusione all’eccellenza qualitativa di un prodotto rispetto ad altri: prendeva per sé le p. e a noi lasciava la merce di scarto. b. In antropologia culturale e nella storia delle religioni, offerta (o anche sacrificio) delle p., omaggio alla divinità o agli spiriti della natura o agli antenati di una qualche primizia, quale atto di ringraziamento per il successo nell’attività produttiva e quale atto propiziatorio al fine di ottenere la protezione futura: tra i popoli cacciatori e raccoglitori, può essere una piccola porzione di un organo nobile della vittima sacrificata (fegato o cuore), o un piccolo pesce, oppure una porzione di favo di miele o un frutto; tra i popoli pastori, il sacrificio di un agnello o di un neonato del bestiame (di cui peraltro si consuma la carne) o libagione di latte; tra gli agricoltori, un sacrificio animale con libagione di una qualche bevanda durante la celebrazione solenne del raccolto. 3. fig. a. letter. Primo segno, primo manifestarsi di qualche cosa: una serena P. di crepuscolo scendea Su la valle profonda (Aleardi); in partic., opera giovanile di uno scrittore o artista: oso inviarvi la prima parte d’un’operetta ... come tributo che un giovine deve delle sue p. al Principe dello Stato (Foscolo); o anche parte di un’opera letteraria o musicale divulgata prima della pubblicazione dell’opera completa: Carducci le mandava poi le p. delle «Odi» quando, come usava spesso, uscivano in cartoncini volanti che si vendevano per le strade (Bacchelli). Più genericam., anticipazione, pregustazione (per es., di una notizia, e con questo senso è anche dell’uso com., oppure di un piacere, di un godimento, di una ricompensa): ho una interessante p. per te, per il tuo giornale; questa notizia, che non manca di curiosità, è una p. e forse un’indiscrezione che l’autore vorrà perdonarmi (B. Croce); in partic., per lo più al plur., primo pegno d’amore di una donna, la verginità, in espressioni come dare, offrire e rispettivam. cogliere, godere le p. di ...: La partita d’Angelica non molto Sarebbe grave all’animoso amante; ... Ma sentendo ch’avea del suo amor colto Un Saracino le p. inante, Tal passione e tal cordoglio sente, Che non fu in vita sua, mai, più dolente (Ariosto); cominciasse col dargli le p. di quel che teneva in serbo per il suo amante (Bacchelli). b. Con traslato poet., in Dante, progenitore, antenato (con riferimento a Cacciaguida): Ditemi dunque, cara mia primizia, Quai fuor li vostri antichi (Par. XVI, 22).