probabile
probàbile agg. [dal lat. probabĭlis, der. di probare «approvare»]. – 1. Propriam., che si può approvare. In partic.: a. Di fatto o avvenimento che, in base a serî motivi (i quali però non costituiscono vere prove e non danno quindi certezza), si è propensi a credere che accada o che sia già accaduto: è p. che arrivi (o che sia arrivato) prima di me; e determinando il grado della probabilità: è molto p., è poco p.; non è p., non è affatto p.; non mi pare p. che sia stato lui; lanciando due dadi è più p. ottenere come somma 7 che 4 (va notato che probabile esprime in genere un maggior grado di fiducia rispetto a possibile, per cui i due termini non vanno considerati sinonimi; per es.: una nevicata a Roma in aprile è possibile ma non probabile). Come risposta: «Credi che tornerà?» «È probabile», o anche semplicem. «Probabile». b. Di opinione che si ammette possa corrispondere a verità, in base a motivi o argomenti attendibili, ma non del tutto certi: congettura, interpretazione, supposizione p.; l’ipotesi più p., meno p., quella che più, o meno, di ogni altra, sembra possa coincidere col vero e quindi meritare assenso. c. Nella logica formale, argomentazione p. o dialettica, quella in cui si traggono conclusioni partendo da premesse soltanto probabili (in contrapp. all’argomentazione apodittica, che muovendo da premesse certe dà luogo alla scienza). 2. a. Con senso più vicino a quello etimologico, nella dottrina teologica del probabilismo, opinione p., quella basata su ragioni estrinseche e intrinseche tali da meritare l’assenso di persona prudente. b. letter. Che è degno di approvazione, anche dal punto di vista morale (detto di persona, condotta, parole, ecc.): l’autore ... si dimostra espositore sufficiente e p. scrittore (Carducci). ◆ Avv. probabilménte (v.).