procuratore
procuratóre (ant. proccuratóre) s. m. (f. -trice) [dal lat. procurator -oris «amministratore», der. di procurare: v. procurare]. – 1. ant. e letter. Chi procura qualcosa, chi è causa o responsabile di qualcosa: Pasimunda, lieto della tua disavventura e sollecito procuratore della tua morte (Boccaccio); cantò procuratrici della tregua le dame dell’alta Italia (Carducci). 2. Nel diritto pubblico romano, rappresentante dell’imperatore per l’amministrazione del patrimonio e delle province imperiali. Nell’età medievale e moderna, procuratori del comune, magistrati cittadini incaricati della conservazione e del recupero dei beni, dei diritti e delle carte di stato (che dovevano registrare in appositi libri), e tenuti inoltre alla sorveglianza delle opere pubbliche; procuratori del fisco; nel sec. 14°, i magistrati ai quali era affidata l’istruzione del processo e la persecuzione dei rei; procuratori di S. Marco, nella Repubblica di Venezia, i nove membri cui era affidata l’amministrazione delle entrate dello stato e, dal sec. 13°, la sorveglianza sulla tutela e sull’esecuzione dei testamenti. Nel diritto vigente, p. delle imposte, funzionario dell’amministrazione delle finanze, addetto agli uffici distrettuali delle imposte dirette; p. del registro, funzionario locale del ministero dell’Economia e delle Finanze, preposto alla direzione di un ufficio del registro; p. della Repubblica, magistrato a capo dell’ufficio del pubblico ministero presso il tribunale o presso la pretura circondariale, coadiuvato dai sostituti p. della Repubblica e, in alcuni circondarî, da un p. aggiunto della Repubblica; p. della Repubblica distrettuale, titolare dell’ufficio del pubblico ministero presso il tribunale del capoluogo del distretto di Corte d’appello (ufficio all’interno del quale è istituita una Direzione distrettuale antimafia); p. generale presso la Corte d’appello, magistrato a capo dell’ufficio del pubblico ministero presso la Corte d’appello; p. generale presso la Corte di cassazione, magistrato a capo dell’ufficio del pubblico ministero presso la Corte di cassazione; p. nazionale antimafia, magistrato a capo della Direzione nazionale antimafia, ufficio istituito nell’ambito della procura generale presso la Corte di cassazione con funzione di coordinamento delle indagini sui delitti di criminalità organizzata. 3. Chi è munito di procura, è cioè rappresentante volontario di una persona, sia fisica sia giuridica, e agisce in nome e per conto di questa: p. commerciale, p. per affari (o, con espressione lat., procurator ad negotia), p. d’azienda, ecc.; Avea dietro e dinanzi e d’ambi i lati, Notai, procuratori et avocati (Ariosto). In partic.: a. P. legale (o assol. procuratore), laureato in giurisprudenza abilitato che può rappresentare la parte in giudizio in cause civili e penali davanti alle Corti d’appello, ai tribunali e alle preture del distretto in cui è compreso il tribunale al quale è assegnato (dal 1997 l’espressione p. legale si intende sostituita nelle norme vigenti con il termine avvocato). b. P. di banca, funzionario al primo grado della carriera direttiva bancaria, preposto alla direzione di un ramo di servizio di una banca. c. Nello sport del pugilato, la persona (detta anche manager) che tutela l’attività del pugile professionista, seguendone la preparazione atletica, assistendolo durante gli incontri, scegliendo i suoi avversarî e stipulando per lui i contratti. d. Nella chiesa cattolica, religioso che tratta con la Curia romana gli affari della congregazione o società religiosa alla quale appartiene e che egli rappresenta presso la S. Sede. Nelle cause di santificazione, chi patrocina le cause (detto anche postulatore), interessandosi alla loro introduzione e svolgimento. e. Scherz., ant., gentiluomo per p., falso gentiluomo, in quanto chi agisce «come procuratore», cioè per procura di altri, fruisce di un titolo non suo: cominciò con costei, che Nuta avea nome, ad entrare in parole e dirle che egli era gentile uomo per procuratore (Boccaccio); e quel gentiluomo per procuratore il comincia a guardare (Sacchetti). f. Nel linguaggio com., con sign. generico, persona delegata o incaricata di fare le veci di un’altra in qualsiasi caso.