proda
pròda s. f. [lat. prōra (v. prora; prua), con dissimilazione della -r-]. – 1. ant. Prora: verso Rodi dirizzaron la p. (Boccaccio). 2. letter. La parte della riva che confina con l’acqua: il barcaiolo, puntando un remo alla p., se ne staccò (Manzoni); la barca urtò contro la p.; toccare la proda. Per estens., riva: arrivare a proda (cfr. approdare1); Cerca, misera, intorno da le prode Le tue marine (Dante); a tutta vela il golfo Correndo, fur subitamente a proda De l’amica riviera (Caro). 3. a. tosc. Estremità, sponda, in senso generico: la p. del letto. b. In partic., orlo di un terreno: su la p. mi trovai De la valle d’abisso dolorosa (Dante); piegò a sinistra, e così giunse in p. a una scarpata (Cassola); anche, striscia di terreno al margine d’una strada di campagna, lungo un fossato, o la striscia di terreno erboso che delimita un campo, lungo il fosso: i contadini ... si facevano in proda alle viottole per scambiare poche parole (Palazzeschi); dalle pose stanche di chi s’era buttato sulla p. del fosso ... era facile accorgersi che quella gente aveva camminato tutta notte digiuna e senza riposo (Bacchelli); camminavamo lenti ... perché le pecore brucassero l’erbetta magra delle p. (Jovine). In agraria, sistemazione a prode (o a rivale, o alla toscana), modo di sistemare il terreno (diffuso in Val d’Arno, in Val d’Elsa e nella valle dell’Ombrone), che viene suddiviso in campi rettangolari, detti tramiti, con baulatura in sezione trasversale, filari di viti lungo i lati maggiori e prode inerbite, intercalati con fossi per la raccolta delle acque. ◆ Dim. prodicèlla, prodicina.