Prodi-pensiero
loc. s.le m. inv. Il pensiero politico di Romano Prodi. ◆ Dal botta e risposta con gli studenti esce tutto l’attuale Prodi-pensiero sull’Europa e il suo ruolo nel mondo. Bisogna scegliere il metodo della doppia maggioranza. L’euro va molto bene e la Cina ha capito la sua importanza politica. Positivo il calo dei tassi ma sono necessarie iniziative ancora più forti per il rilancio dell’economia. Occorre un vero ministro europeo degli Esteri. L’Europa deve rafforzare l’Onu, la miglior garanzia per la pace nel mondo. (Vittorio Monti, Corriere della sera, 7 giugno 2003, p. 6, In primo piano) • Imporre la pace con strumenti militari? Sì, questo è il Prodi-pensiero che esce allo scoperto in modo ancor più incisivo quando dichiara: «Questa è la spietata lezione che la guerra in Irak ha dato a tutti, compresi coloro che hanno sempre creduto e continuano legittimamente a credere nel valore insostituibile del multilateralismo e del rispetto della legalità internazionale». […] Ma, attenzione: il Prodi-pensiero è invece coerentissimo, e va letto nel modo giusto che ci sembra questo: la guerra in Irak, in sé e per sé va benissimo, ma andava strappata all’iniziativa americana e fatta dall’Europa, perché il nemico non dichiarato da battere è l’America. La parola chiave, una parola burocratica ma non innocente, è «multilateralismo». (Paolo Guzzanti, Giornale, 9 marzo 2004, p. 3, Il fatto).
Composto dal nome proprio (Romano) Prodi e dal s. m. pensiero.
Già attestato nel Corriere della sera del 13 febbraio 1995, p. 17 (Arrigo Levi).