prodigare
v. tr. [der. di prodigo, sull’es. del fr. prodiguer] (io pròdigo, tu pròdighi, ecc.). – 1. Spendere o donare con molta larghezza o senza misura: ha prodigato tutte le sue ricchezze ai poveri; prodiga sconsideratamente i suoi averi. 2. In senso estens. o fig., e più com., distribuire, dispensare, dare con liberalità (con riferimento a cose diverse dal denaro): p. titoli, onorificenze, lodi, carezze, sorrisi; prodigava continuamente sorrisi brillanti, fatui e convenzionali (Moravia); p. aiuti, consigli; p. le proprie forze in opere sociali; prodiga tutto sé stesso per aiutare gli altri; non intendo p. favori a nessuno. Frequente come rifl., non risparmiarsi, profondersi: prodigarsi in elogi, complimenti, scuse; in partic., con un compl. di scopo, darsi interamente, dedicare tutte le proprie energie a una persona, a un ideale, a un fine determinato: i medici si sono prodigati per salvare i feriti; si prodiga molto per la scuola; si è sempre prodigato amorevolmente per i figli.