prodite
s. f. (iron.) Atteggiamento tipico di Romano Prodi, capace di ingenerare confusione e litigiosità.◆ sarà perché è sotto l’effetto del bacillo, ma l’onorevole [Giuseppe] Fioroni deve aver sbagliato la diagnosi. Se fosse una vera berlusconite, la sindrome che ha colpito lui e il centro-sinistra si manifesterebbe con sogni improvvisi, miracoli annunciati, apparizioni televisive e leggine fulminanti. Invece qui siamo di fronte ad altri sintomi: stato confusionale, irascibilità, crisi d’identità e disturbi del linguaggio. Diamo a Silvio [Berlusconi] quel che è di Silvio, e a Romano quel che è di Romano: questa non è berlusconite. È una semplice prodite. (Sebastiano Messina, Repubblica, 16 luglio 2007, p. 8, Politica).
Derivato dal nome proprio (Romano) Prodi con l’aggiunta del suffisso -ite.