proferire
(o profferire; ant. proferére e profferére, e più raro proferare e profferare) v. tr. [dal lat. proferre «metter fuori, mostrare», comp. di pro- «avanti» e ferre «portare»] (io proferisco o profferisco, tu proferisci o profferisci, ecc. [ant. pròfero o pròffero, ecc.]; pass. rem. proferìi, proferisti, ecc., o proffèrsi [ant. profèrsi], ecc.; part. pass. proferito o proffèrto [ant. profèrto]). – 1. Pronunciare, cioè emettere uno o più suoni vocali, con riguardo sia al modo di articolarli, sia alla formazione di parole o di frasi: p. bene, male, correttamente una consonante; p. piano, sottovoce; proferì distintamente il suo «sì»; alla mia obiezione non proferì sillaba; non ha proferito parola in tutta la sera; anticam. anche con uso assol.: Leva’ il capo a proferer più erto (Dante), sollevai più ritto il capo per pronunciare le parole; egli pessimamente ... profereva (Boccaccio), articolava molto male le parole. Sempre come sinon. di pronunciare, determinando il contenuto delle parole, spec. in quanto si esprimano con forza o con una certa solennità: p. una bestemmia; p. un giudizio, una sentenza, una condanna; p. un giuramento; e più genericam.: appena ebbe proferite queste parole, si morse la lingua (Manzoni). 2. Offrire, proporre: p. aiuto, amicizia, assistenza; un fratino giovane ci proferì ... di accompagnarci a visitare i santuari (Papini). In questo sign., anche per accostamento al più com. offrire, è più frequente la forma profferire (v.), con -f- geminata, e così il pass. rem. proffèrsi e il part. pass. proffèrto.