professore
professóre s. m. (f. -éssa, pop. -a) [dal lat. professor -oris, der. di profiteri (part. pass. professus), che oltre al sign. di «dichiarare» ha anche quello di «insegnare pubblicamente»]. – 1. a. Chi insegna in una scuola secondaria o superiore, e in genere in una scuola non elementare: p. di scuola media, d’istituto tecnico, di liceo; p. d’università o universitario; p. all’Accademia di Belle Arti; p. di latino e greco, di matematica e fisica, di scienze naturali, di disegno, di computisteria, di stenodattilografia; p. di letteratura italiana, di filosofia teoretica, di anatomia, ecc. In partic., p. straordinario, professore universitario di prima fascia all’atto della nomina e per i tre anni successivi; p. ordinario, professore universitario di prima fascia, dopo trascorsi i tre anni di straordinariato, e anche professore di scuola secondaria, trascorso un anno di prova dal giorno della nomina; p. associato, professore universitario di seconda fascia, prima e dopo il giudizio di conferma in ruolo; p. incaricato, docente non titolare che ricopriva un incarico d’insegnamento nelle università o negli istituti di istruzione secondaria (figura non più prevista in entrambi i gradi degli studî); p. supplente, docente non di ruolo nominato temporaneamente per un incarico d’insegnamento nelle scuole secondarie; p. a contratto, docente universitario non di ruolo, nominato per contratto dalle università per corsi integrativi di quelli ufficiali; p. ospite, attualmente p. visitatore (per calco dall’ingl. visiting professor), docente di un’università estera chiamato a tenere un ciclo di lezioni per un periodo determinato, generalm. breve. b. Nell’ambito musicale, p. di composizione, di canto, di pianoforte, di violino, ecc., chi insegna tali discipline nei conservatorî (per chi insegna canto o uno strumento in altri istituti privati o impartisce lezioni a domicilio, si preferisce il titolo di maestro); p. d’orchestra, denominazione usuale dei componenti di un’orchestra sinfonica e, per estens., di altre orchestre. c. Nell’esercizio dell’attività di medico, titolo che spetta al primario ospedaliero, e in genere al medico che eserciti la professione sia in una struttura sia come privato, quando abbia anche un insegnamento universitario. d. Come qualifica professionale, può essere usato da solo (il p. entra in classe; il degente sarà operato personalmente dal p.; e così come vocativo: professore, o professoressa, permette una domanda?), oppure premesso al nome e cognome, o al solo cognome: il professor Mario Rossi, il professor Moretti; di solito abbreviato nella scrittura (v. prof.). 2. In usi estens.: a. Titolo dato, spesso abusivamente, a chi impartisce un insegnamento anche manuale o pratico, e a insegnanti privati: il p. di danza, di scherma, di yoga. b. In tono più o meno scherz., chiunque mostri particolare abilità e competenza in qualche attività, o abbia una cultura appena superiore agli altri del suo gruppo o della sua condizione. c. Genericam., persona particolarmente dotta, o anche persona che ostenta il suo sapere assumendo toni cattedratici: parla come un p.; ne sa quanto un p.; si crede un p.; si dà arie da p.; dài, non fare il professore! 3. ant. Chi professa, professante: i p. di un’arte; Francesco elesse, al principio del fondamento dell’Ordine suo, dodici compagni professori dell’altissima povertà (Fior. di s. Franc.). ◆ Dim. professorino, professore giovane e inesperto; spreg. professorùccio, professorèllo, professorùcolo, professore di scarso valore e di miseri guadagni; accr., per lo più scherz., professoróne (f. -a), professore di grande scienza, o anche persona ritenuta molto competente nella disciplina che insegna o nell’attività che svolge.