profetismo
s. m. [der. di profeta, sull’esempio dell’ingl. prophetism]. – 1. Termine con cui, in generale, viene indicato un fenomeno presente in varie religioni, un’esperienza particolare grazie alla quale una persona è investita della missione di parlare a nome di un essere sopraumano manifestandone i voleri, eventualmente anche preannunciando avvenimenti futuri; più specificamente, esso designa una caratteristica della religione del popolo d’Israele dove la presenza dei profeti diviene essenziale in quanto strumento primario attraverso cui Yahweh comunica col suo popolo, lo guida e lo richiama agli obblighi assunti con l’alleanza del Sinai: i profeti, che parlano in nome di Yahweh, scandiscono così la storia del popolo eletto nei momenti chiave della sua vita politico-istituzionale, morale e religiosa. Il profetismo prosegue nel cristianesimo sotto due aspetti: Gesù viene individuato come il profeta per eccellenza, mediatore della rivelazione, di cui i profeti veterotestamentarî erano stati figure anticipatrici; la profezia è un carisma dello Spirito costantemente presente nella vita del popolo cristiano con forme diverse di manifestazione. Il pensiero teologico contemporaneo è tornato a insistere sul valore del profetismo, di cui partecipa tutto il popolo dei fedeli, soprattutto come elemento di innovazione e coraggio rispetto ai tratti più statici e rigidi dell’istituzione ecclesiastica. 2. Più genericam., tendenza ad assumere atteggiamenti e toni profetici; presunzione di intuire lo svolgimento di eventi futuri: poiché la politica non è né profetismo né indovinamento, il Cavour, politicamente, vedeva meglio del Mazzini (B. Croce).