prolunga
s. f. [calco del fr. prolonge, der. di prolonger «prolungare»]. – 1. Nome generico di elemento che serve ad allungare qualche cosa. In partic.: a. Nel passato, robusta fune che collegava l’affusto di un’artiglieria al suo avantreno quando, per un motivo qualunque, non era possibile l’aggancio diretto dell’affusto all’avantreno. b. Tratto di conduttore elettrico con alle estremità due connettori, usato per realizzare collegamenti sia di potenza (alimentazione di apparecchi elettrici), sia di trasmissione di segnali telefonici, video, ecc. c. In cinematografia e fotografia, tubo o anello di p., accessorio a forma di tubo cilindrico che viene inserito tra l’apparecchio da ripresa e l’obiettivo in modo da consentire la messa a fuoco di oggetti a distanza ravvicinata (è usato, per es., nella macrofotografia). d. Nella nautica da diporto, p. della barra (del timone), asticciola articolata all’estremità della barra per consentire al timoniere di governare l’imbarcazione a vela anche quando è proteso fuori bordo (è detta anche, con termine ingl., stick). 2. Denominazione tradizionale del carro bagaglio (o per foraggi, fucina, ecc.) dei reparti di cavalleria o di artiglieria a traino animale, a quattro ruote, con attacco a pariglie o con tre cavalli di fronte, montato su molle, e atto a essere trainato a notevole velocità: anche i conducenti delle p. che si avviavano alla porta carraia levavano in alto la frusta per salutarlo (Gorresio).