pronto
prónto agg. [lat. prōmptus, part. pass. di promĕre «trar fuori», quindi propr. «posto davanti agli occhi, messo alla portata»]. – 1. Di cosa, che è già preparata, apparecchiata, o comunque nelle condizioni opportune per essere adoperata subito, per servire senza ritardo al suo scopo: è p. la stanza?; se vuoi coricarti, il letto è p.; è p. il pranzo?; mettiamoci a tavola, che la cena è quasi p.; il suo caffè è p., signore!; posto di p. soccorso (e più spesso assol. Pronto soccorso), speciale reparto degli ospedali, o ambulatorio, fisso o attrezzato provvisoriamente, dove si prestano con urgenza le prime cure e medicazioni a malati e feriti; moda p. (v. moda, nel sign. 1 c). Determinato da complemento: l’apparecchio è già p. per l’uso; tutto è p. per la partenza; la nave è p. a salpare; tutto era ormai p. per le nozze; in qualche caso, essere p. a indica l’imminenza dell’azione (equivale cioè a stare per, esser lì lì per): l’aereo era p. a decollare, o al decollo. Avere pronta una cosa, averla già preparata, poterne disporre immediatamente: se ne hai bisogno, ho io p. il rimedio; ha sempre la risposta p., di persona che non si perde mai di spirito; ha sempre pronta qualche scusa. In partic., di denaro liquido: li hai p. i soldi?; sono pochi, ma li voglio pronti; pagare a pronti contanti (o, ellitticamente, a pronti), versando immediatamente la somma, senza dilazioni; pagare a pronta cassa, alla consegna della merce e senza alcuna dilazione. Nel linguaggio del commercio, pagamento a pronti, condizione inserita nei contratti di compravendita, per la quale il pagamento deve essere fatto alla consegna della merce venduta, spesso con una dilazione di un limitato numero di giorni variabile a seconda degli usi locali. 2. a. Di persona, con sign. affine al precedente, che è nella condizione e nell’assetto necessarî a fare una cosa determinata (ma s’intende anche che non ne è impedita, né dalla propria volontà né da altro ostacolo): se vuoi che usciamo, io sono p.; il chirurgo (ma anche il malato) è p. per l’intervento; i soldati erano p. a combattere o per il combattimento; i paracadutisti erano p. per il lancio; sarò p. fra mezz’ora; sii p. per le dieci; tenetevi pronti, nell’imminenza di un’azione o di un pericolo. Come ordine: pronti a far fuoco!; frequentissimo il semplice pronto!, o pronti!, come richiamo, avviso, ordine (talora anche in forma interrogativa che attende conferma) a chi si deve tener preparato a iniziare un movimento o un’azione qualsiasi nel momento giusto in cui sarà dato l’ordine successivo, consistente spesso in un via!; inoltre, pronto?, pronto! sono le parole con cui usualmente si dà inizio a una conversazione telefonica. b. In altri casi esprime piuttosto l’imminenza dell’azione: era già p. per colpirlo, ma io gli fermai la mano; oppure la disposizione d’animo, la risoluzione a fare una cosa (ove questa si rendesse necessaria): ero p. a rinunciare; saresti p. a metterlo per iscritto?; sono p. anche a giurarlo; è ormai deciso e p. a tutto; era p. a seguirlo in capo al mondo; era p. al sacrificio, p. a dare la vita per la causa. Usato assol.: Lo spirto è p., ma la carne è stanca (Petrarca), traduz. del Vangelo di Matteo (26, 41) e di Marco (14, 38): Spiritus quidem promptus est, caro autem [in Marco vero] infirma, parole di Gesù agli apostoli nell’orto di Getsemani, che solitamente sono rese in italiano «lo spirito è pronto, ma la carne è debole». c. Può inoltre designare la disposizione, ma non come atto di volontà bensì come parte del carattere: essere p. al riso, al buonumore, all’ottimismo, al perdono; è sempre p. a ficcare il naso negli affari degli altri; quindi sinon. spesso di incline, propenso, facile a qualche atto o comportamento: essere p. all’ira, allo sdegno, alla vendetta, a dire male di tutti, a menare le mani. In contrapp. a lento, dubbioso e sim., può infine esprimere il desiderio: maestro, or mi concedi Ch’i’ sappia quali sono, e qual costume Le fa di trapassar parer sì pronte (Dante), disposte e insieme bramose. d. Che rapidamente consente e ubbidisce alla volontà altrui: accorse p. alla sua chiamata; essere p. agli ordini; e in tono ossequioso o iron.: eccomi p. al suo servizio, o a servirla. 3. a. Rapido, sollecito, immediato: gesso, cemento a p. presa; augurî di p. guarigione; agiva con p. risoluzione; ebbe p. intuizione del pericolo; avere i riflessi p.; ingegno p., intelligenza p., vivace, che afferra rapidamente; ha una memoria prontissima. Dato, fatto, eseguito rapidamente: esigo una p. risposta (ma risposta p. può essere anche vivace, spiritosa, o risentita, pungente e insieme immediata: ha sempre la risposta pronta!); p. consegna dei lavori; l’ubbidienza dev’essere p.; con un’azione p. e decisa; metter p. rimedio, p. riparo a qualche cosa. Di persona, veloce, svelto, che non indugia: è sempre p. nell’azione, nelle decisioni; delle membra, rapide nei movimenti: il bisogno e ’l tempo chiede Pronta man, pensier fermo, animo audace (T. Tasso). Talora, indica rapidità eccessiva, biasimevole: è sempre p. a criticare; hai la lingua p., tu! b. Di strumento di misura o, in generale, di un trasduttore, atto a seguire rapidamente, senza ritardo sensibile, le variazioni della grandezza in esame o da trasdurre. c. In botanica, detto di gemma che si svolge nello stesso anno in cui si forma; contrapposto a svernante. Le piante annue hanno soltanto gemme pronte, le legnose per lo più gemme svernanti. 4. Locuz. avv. (letter.) in pronto, nelle locuz. avere, essere, tenere in p., lo stesso che il semplice pronto, cioè apparecchiato, a disposizione per un uso immediato: tengo in p. i denari occorrenti; non posso aver le risposte così in p. (Galilei); aveva anche in p., e a un bisogno sapeva citare a memoria tutti i passi della Gerusalemme Liberata, come della Conquistata, che possono far testo in materia di cavalleria (Manzoni). ◆ Avv. prontaménte, con prontezza, subito, senza indugio: rispondere, accorrere, soccorrere prontamente; prese prontamente la sua decisione.