pronunzio
s. m. Prelato che nella gerarchia della Chiesa cattolica svolge le funzioni di nunzio apostolico in una nazione straniera. ◆ Legato a prelati potenti come William Baum, suo predecessore in Missouri poi trasferito a Roma, e Pio Laghi, pronunzio a Washington, [Bernard] Law allora era pure buon amico di [George H. W.] Bush senior, suo alleato sulla trincea antiabortista: «Se ho bisogno di parlare col presidente, ci parlo. Ma non ne abuserò». (Goffredo Buccini, Corriere della sera, 19 luglio 2003, p. 47, Cronaca di Roma) • Consacrato vescovo a 52 anni, il 30 settembre 1973, [Vincenzo Maria Farano] è stato pronunzio apostolico in Indonesia e nunzio apostolico in Ecuador, incarico quest’ultimo svolto dal 1979 al 1986. Il 14 agosto dello stesso anno la nomina ad arcivescovo di Gaeta, Chiesa che ha guidato fino all’aprile 1997. (Marcello Caliman, Avvenire, 19 gennaio 2008, p. 17, Catholica).
Derivato dal s. m. nunzio con l’aggiunta del prefisso pro-.