proprieta
proprietà (pop. propietà) s. f. [dal lat. propriĕtas -atis, der. di proprius «proprio»]. – 1. a. Qualità propria e particolare che un essere, un corpo, una sostanza (o anche una specie) ha per sua natura e per cui si distingue da altri esseri, corpi, sostanze: p. fisiche, chimiche, farmacologiche, ottiche, organolettiche; le p. generali della materia; le p. dei liquidi, dei solidi, dei cristalli; le p. dei metalli; le p. dell’acqua marina; una delle p. degli acidi; le p. dello zolfo, dell’arsenico, dell’idrogeno; le p. di una pianta; le p. del chinino, della belladonna; p. medicinali, terapeutiche; p. sedative, p. eccitanti di un farmaco; le p. magiche di un’erba, di un filtro (qui si direbbe piuttosto virtù); il mercurio è il solo metallo che abbia la p. di presentarsi, alla temperatura ambiente, allo stato liquido. b. P. formali di un ente matematico, ogni conseguenza logica della definizione dell’ente stesso; così, per es., considerando la proporzione a:b = c:d, una conseguenza, e quindi una proprietà, è la seguente: b c = a d, cioè in una proporzione il prodotto dei medî è uguale a quello degli estremi. Per le proprietà dell’addizione, della moltiplicazione, della divisione e sim. (p. associativa, commutativa, distributiva, ecc.), v. i singoli aggettivi. Per p. caratteristica in teoria degli insiemi, v. insieme, n. 2 b. P. invarianti, le proprietà (per es. di una figura geometrica) che rimangono inalterate qualora si applichi una data trasformazione (così, per un quadrilatero, il fatto di avere i quattro lati uguali è una proprietà invariante per similitudine, mentre non lo è il fatto di avere area unitaria). Sempre in matematica e spec. in geometria, si distingue talvolta fra p. intrinseche, che dipendono solo dall’ente considerato, e p. estrinseche, che dipendono anche dall’ambiente (cioè dallo spazio circostante) e dal modo in cui l’ente è immerso in questo; si distingue anche tra p. globali, che valgono in tutto lo spazio su cui vengono considerate, e p. locali, che valgono soltanto in intorni di punti. c. In filosofia, è in genere sinon. di qualità, di predicato o di attributo, ma viene talora distinto da questi termini per indicare gli aspetti costitutivi e caratteristici della natura di una sostanza. 2. L’essere appropriato, detto genericam. della lingua o in partic. di parole e locuzioni: parlare, scrivere una lingua con p., con molta o grande p., con poca p., senza nessuna p.; p. di linguaggio, di espressione; usare una parola con p. di significato; p. di lessico; p. di sintassi. 3. a. Diritto di godere e disporre delle cose in modo pieno ed esclusivo, entro i limiti e con l’osservanza degli obblighi stabiliti dall’ordinamento giuridico: difesa, tutela della p., o del diritto di p.; riconoscimento della p.; provare, dimostrare la p. di un bene; rivendicare una p.; la p. del suolo, della terra; p. assoluta; p. individuale, familiare, collettiva; p. privata, contrapp. alla p. pubblica; avere il possesso ma non la p. di un bene (o viceversa); acquisto, cessione della p.; trapasso di p., trasferimento della p. (attraverso una vendita, per eredità, ecc.); abolizione della p. privata; p. personale, negli ordinamenti giuridici socialisti, la proprietà che non può essere collettivizzata e che spetta al cittadino come soggetto privato (è il caso di oggetti di uso personale, del mobilio, dei beni culturali e, in alcuni casi, dei mezzi di trasporto e dell’abitazione); la p. è un furto, traduz. del fr. la propriété c’est le vol, frase usata dallo scrittore politico P.-J. Proudhon in una sua opera famosa, Qu’est-ce que la propriété? (1840), per significare che la proprietà rende possibile, nello sviluppo storico dei rapporti di produzione, l’alienazione del prodotto dell’altrui lavoro (quella che, nella società capitalistica, sarebbe determinata dall’accumulazione del reddito). Nuda p., in diritto, quella che ha come oggetto un bene gravato da usufrutto (anche in senso concr., il bene stesso, i cui frutti sono goduti non dal proprietario ma dall’usufruttuario: per es., ipoteca su una nuda p.); in matematica finanziaria, nuda p. di un’obbligazione è il suo valore attuale. P. commerciale, diritto del commerciante che ha in locazione un immobile per l’esercizio della sua attività, all’avviamento e alla clientela da lui procurata all’immobile locato (in parte riconosciuta in Italia). P. industriale, diritto dell’inventore alla proprietà dell’invenzione. P. letteraria e artistica, denominazione comune del diritto d’autore nel suo aspetto patrimoniale (v. autore). P. navale, regolata da particolari disposizioni legali e usuali, distinta da ogni altra, per le sue speciali caratteristiche (mobilità, rischio, ecc.), spesso divisa in carature e frazioni di caratura fra diversi comproprietarî. b. Di proprietà, come locuz. aggettivale, appartenente per diritto a: è cosa di mia p., di mia assoluta p.; abita in una villa di sua p.; i beni demaniali sono di p. (o anche sono p., non com. sono in p.) dello stato; i boschi di p. del comune. Per estens., in passato, una carrozza di p., privata, padronale. 4. In senso concr., ogni bene su cui si estenda il diritto di proprietà, rispetto a colui che ne è titolare: p. mobiliare, immobiliare. In partic., bene immobiliare, soprattutto quando sia costituito da fabbricati e terreni: p. urbana, p. edilizia, p. rustica, p. fondiaria o terriera (distinta solitamente – in relazione alla sua estensione, alla sua destinazione economica e sociale, al tipo di sfruttamento – in grande p., media p., piccola p.); i confini d’una p.; acquistare, vendere una p.; possedeva vaste p. in Sicilia; p. bene, o male, amministrata. Nell’uso com., s’intende spesso per proprietà l’immobile in sé (terreni, poderi, tenute), senza un diretto riferimento al suo proprietario: sono p. che rendono poco; p. passive; p. abbandonate; una p. che si estende a perdita d’occhio. 5. Nel linguaggio politico-sindacale, con uso metonimico, la categoria dei proprietarî, chi detiene la proprietà di un’azienda, di una società e sim.: gli operai scioperano contro i licenziamenti preannunciati dalla proprietà. 6. Ricalcati sul fr. propreté (che in quella lingua è però distinto da propriété) sono i sign. di pulizia, decenza, ordine, garbo e sim., con cui la parola è talvolta usata: si vedeva che teneva molto alla proprietà della persona (Cassola); alla pensione si sta realmente bene, per proprietà e vitto (C. E. Gadda); vestire con p.; una casa tenuta con p.; e quello, ant., di decoro: la villeggiatura si deve fare, e ha da essere da par nostro, grandiosa secondo il solito e colla solita proprietà (Goldoni).