prosa1
pròṡa1 s. f. [dal lat. (oratio) prosa, propr. «discorso che procede per tutta la riga»; prosa è il femm. di prosus, forma arcaica per prorsus «che cammina diritto»]. – 1. a. Espressione linguistica orale o scritta, non vincolata dalle regole metriche e ritmiche proprie della poesia; il termine è riservato spec. all’espressione letteraria: scrivere in p.; p. naturale, semplice, scorrevole, limpida; p. elaborata, elegante, preziosa, ampollosa; una p. armoniosa; una bella p.; p. stringata, concisa; p. sciatta, dimessa, contorta; una pagina di prosa; p. moderna; p. letteraria; p. narrativa; p. epistolare; p. oratoria (ma anche p. scientifica, burocratica, e sim.). P. d’arte, nel linguaggio della critica letteraria, la prosa tipica dei frammentisti, in voga in Italia negli anni avanti e durante la prima guerra mondiale; p. ritmica, animata da una cadenza liberamente musicale; p. clausolata, la prosa d’arte classica basata sul succedersi di sillabe brevi e lunghe e sull’uso delle clausole metriche; p. poetica, p. lirica, che arieggia i modi e i procedimenti tipici della poesia. Con riferimento alle opere in prosa di un’epoca, di un ambiente, di un autore: la p. greca, latina; la p. dei primi secoli; la p. del Rinascimento; la p. del Machiavelli; la p. barocca. b. Scritto, componimento in prosa: una p. di Leopardi; una bella p. di Montale; anche complesso di opere in prosa di più autori: un’antologia della p. francese dell’Ottocento; frequente al plur.: le p. del Leopardi; scelta di prose; poesie e prose scelte. c. Teatro di prosa, basato sulla recitazione, anziché sulla musica e sul canto, contrapp. al teatro lirico o al melodramma; spesso con uso assol.: compagnia, attore di p.; stagione di p.; preferire la p. al teatro lirico; è una frequentatrice assidua della prosa. 2. fig. Ciò che, essendo troppo legato alle necessità pratiche, ai bisogni quotidiani, è materiale, meschino, volgare, privo di sentimenti e di ideali (e dunque contrapp. a poesia nel corrispondente uso fig.): la p. della vita quotidiana; mi disgusta con la p. delle sue volgarità; è un uomo tutto p. e niente poesia, che pensa solo ai suoi interessi. 3. Nell’innologia cattolica medievale, il testo letterario, prima in prosa (secoli 9°-11°), poi rimato e di lunghezza varia, che accompagnava la sequenza. ◆ Dim. e spreg. proṡétta, proṡerèlla, proṡùccia; spreg. proṡàccia.