prospettiva1
prospettiva1 s. f. [dall’agg. prospettivo]. – 1. Parte della geometria descrittiva che si propone di elaborare le regole grafiche per costruire di un qualunque oggetto reale un’immagine bidimensionale analoga a quella data dalla visione diretta; anche, la tecnica di realizzazione di tale immagine, nonché l’immagine stessa, che è tracciata in genere su una superficie piana (quadro della p.), ma che può essere disegnata anche su una superficie curva (come negli affreschi su volte, cupole, ecc.). In partic., p. lineare, centrale (o conica), la proiezione centrale di un oggetto su di un piano verticale (quadro) interposto tra l’oggetto stesso e il punto di vista, nel quale si suppone situato l’occhio dell’osservatore; quando l’oggetto da rappresentare è formato da linee orizzontali non parallele al quadro, queste vengono fatte concorrere verso i rispettivi punti di fuga (metodo dei punti di fuga); nel caso vi siano linee orizzontali parallele al quadro, queste sono determinate da linee che concorrono verso i punti di distanza (metodo dei punti di distanza), mentre non si tiene conto della concorrenza delle linee verticali, che vengono rappresentate parallele tra loro; p. aerea, la forma di rappresentazione, di natura soprattutto artistica, che ricerca le variazioni di intensità luminosa e di gradazioni di toni in rapporto alle distanze, allo spessore dello strato d’aria interposto, alla posizione della sorgente luminosa (ne è quindi parte la teoria delle ombre: v. ombra1, n. 1 a); p. rilievo, usata nelle sculture a rilievo, nella quale un oggetto è rappresentato, anziché da una figura piana, da una figura a tre dimensioni in scala per lo più ridotta, mediante opportune regole; p. a volo d’uccello, impiegata in cartografia fino all’Ottocento, che rappresenta il suolo come se fosse visto sotto un angolo visuale di 45°, rivolto convenzionalmente verso sud; p. parallela (o rapida, o assonometrica), v. assonometria. In senso generico, anche nel linguaggio com.: p. esatta, sbagliata; in questo quadro manca la p., ci sono errori di p.; effetto di p., anche fig., di cosa che appare diversa secondo il punto da cui si guarda o si considera. In prospettiva, secondo le norme della prospettiva: disegnare, dipingere una chiesa in p.; pareti dipinte con architetture in p., anche come rappresentazioni illusionistiche (che hanno grandi esempî spec. nei sec. 16° e 17°); per estens., di scorcio: la scena rappresenta in p. una piazza; con sign. generico, non com., mettere, mettersi in p., in vista e nella posizione più adatta per vedere o essere veduto bene. 2. In senso concreto: a. Pittura, soprattutto murale, raffigurante strutture architettoniche o elementi paesistici in prospettiva (di solito con esclusione della figura umana): un pittore di prospettive; pareti affrescate con belle p.; come Santo Francesco discese per la bella p. che Paolo [Uccello] aveva dipinta (Pascoli). b. Scenografia teatrale che simula, secondo i principî della prospettiva, l’ambiente, interno o più spesso esterno, in cui si svolge l’azione scenica, soprattutto con riferimento ai teatri del Rinascimento: Ecco a un tratto cangiar la prospettiva, E vedesi apparir d’Amor la reggia (Casti). c. Per estens., vista panoramica: di quassù si gode una splendida p. sul lago; in partic., sequenza di edifici, di portici, di alberi, ecc. in fuga prospettica: un varco per cui lo sguardo spaziava su una sterminata p. di terrazze e di tetti (Buzzati). 3. fig. a. Previsione di probabili eventi futuri, soprattutto se spiacevoli: la p. di fare una lunga fila mi piace poco; la p. di restare senza lavoro spaventa tutti; anche, possibilità di vita e azione futura, spec. al plur.: non avere prospettive; che p. mi rimangono dopo quello che è successo? b. L’angolazione, il punto di vista da cui viene considerato un fatto, un problema, esaminata o valutata una situazione, e sim.: studiare la storia della letteratura da una p. crociana; analizzare i fatti sociali da una p. marxista; errore di p., errore di giudizio, di valutazione, riguardo a fatti, situazioni, dati che non vengono considerati nel giusto rapporto rispetto ad altri elementi di confronto. In prospettiva, in lontananza (nel passato o nel futuro) e secondo una particolare ottica: guardare, vedere le cose in prospettiva; le cose sono fatti e i fatti In prospettiva sono appena cenere (Montale).