protestantesimo
protestantéṡimo (raro protestantismo) s. m. [der. di protestante]. – 1. L’insieme delle confessioni e dei movimenti cristiani che traggono origine, direttamente o indirettamente, dalla Riforma protestante (il termine fa riferimento alla «protesta» dei luterani alla seconda dieta di Spira nel 1529), attraverso la predicazione di Lutero, di Zwingli, di Calvino e di altri riformatori del 16° secolo; nella grande tradizione del protestantesimo si riconoscono anche chiese e movimenti che hanno preceduto o seguito la Riforma, e che si comprendono sotto la denominazione di «Chiese evangeliche», oggi preferita a quella di «Chiese protestanti» (che era prevalentemente usata dai loro avversarî). P. liberale, orientamento del protestantesimo, soprattutto luterano, sviluppatosi fra il 19° e gli inizî del 20° secolo: non si tratta di un movimento omogeneo, ma di un orientamento critico che tende a espungere gli elementi dogmatici e dottrinali, riconducendo nell’ambito di una critica storica lo studio del cristianesimo e dei suoi insegnamenti intesi piuttosto come una grande esperienza etica, senza origini rivelate. 2. La concezione religiosa e le dottrine proprie dei protestanti, che si possono ricondurre a due principî fondamentali: la giustificazione dell’uomo (e quindi la sua salvezza), ottenuta attraverso la sola fede (sola fides), dono della grazia; e il primato delle Sacre Scritture (sola Scriptura), espressione della Parola di Dio, messaggio di grazia cui ogni fedele può accedere direttamente, trovando in essa la norma di fede.